L’idea che il calcio abbia vissuto una sua epoca verace, innocente e pura è una delle idiozie più dannose che si siano mai sentite e cammina nelle nostre menti a braccetto con un’altra, quella secondo la quale il calcio è assimilato al concetto di passione, relegando così fuori dall’analisi del contemporaneo l’industria culturale del capitalismo con il più grande impatto mondiale. I tic della sinistra sono noti e tra questi va annoverata la tendenza a rifiutare la contemporaneità in nome di qualche rifugio di un passato neanche bene individuabile temporalmente: «parole senza idee», come direbbe Furio Jesi, perché in realtà...