Ingmar Bergman: “Passeggio ancora per le strade di Uppsala”
Harriet Andersson in "Come in uno specchio" di Ingmar Bergman (1961)
Alias

Ingmar Bergman: “Passeggio ancora per le strade di Uppsala”

Maestri del cinema Suggestioni e riflessioni in occasione della rassegna dedicata al regista al Palazzo delle Esposizioni di Roma
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 17 febbraio 2018
di Orio Caldiron Non c’è un altro caso in cui il cortocircuito tra autobiografia e storiografia, tra vocazione d’autore e storia del cinema s’imponga con altrettanta forza come nell’opera di Ingmar Bergman. Spettatore d’eccezione, sospeso tra frequentazioni compulsive e prolungate astinenze, il regista si sintonizza con i film degli altri fino a farli propri, altrettanti momenti della storia della sua vita. La scoperta del cinema risale al paesaggio incantato dell’infanzia in cui il piccolo Ingmar cresce circondato da «fantasmi, demoni e altri esseri senza nome e senza dimora», un mondo perduto e sempre ritrovato dove continua a aggirarsi per tutta...
Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi