Inedita De Beauvoir, malinteso a Mosca
Jean Arp, «Sculpture à être perdue dans la forêt», 1932 – Tate
Alias Domenica

Inedita De Beauvoir, malinteso a Mosca

Inedito cominciato nel 1965 Nato dalla sfida di trasferire in una narrazione spunti di veri vissuti, «Malinteso a Mosca» riguarda l’atmosfera della guerra fredda e l’ansia crescente dell’invecchiamento
Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 4 maggio 2014
«Poco importa in qual misura e in qual maniera la finzione si ispiri alla realtà: essa si edifica solo polverizzandola per farla rinascere a un’altra esistenza. Le comari intente a frugare nella cenere si lasciano sfuggire ciò che un libro può offrire loro»: in un tempo in cui le fluttuazioni tra fiction e non fiction erano meno teorizzate di adesso ma sempre ampiamente praticate, Simone de Beauvoir commenta così l’ostinazione di vari critici a interpretare i suoi romanzi (specialmente il più noto, I mandarini) non come libere reinvenzioni ma come trascrizioni puntuali di fatti autentici, e a sommergerli di insinuazioni...
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