Industriale e per il tempo libero, in Alto Adige design ad alta quota
L’altitudine come punto d’arrivo? Certamente come coordinata di quell’altezza assoluta utile anche come metafora del pensiero e della creatività. Le coordinate geografiche ci portano a Merano, strategico crocevia di idee […]
L’altitudine come punto d’arrivo? Certamente come coordinata di quell’altezza assoluta utile anche come metafora del pensiero e della creatività. Le coordinate geografiche ci portano a Merano, strategico crocevia di idee […]
L’altitudine come punto d’arrivo? Certamente come coordinata di quell’altezza assoluta utile anche come metafora del pensiero e della creatività. Le coordinate geografiche ci portano a Merano, strategico crocevia di idee e sperimentazioni nelle traiettorie Monaco-Venezia-Vienna-Milano. Il design è centrale nella ricerca durata un anno, condotta dai tre curatori Claudio Larcher, Massimo Martignoni e Ursula Schnitzer per definire il percorso della mostra Design From the Alps-Südtirol/Alto Adige-Tirol-Trentino 1919-2020 a Merano Arte/Kunst Meran (fino al 12 gennaio 2020) in collaborazione con NABA – Nuova Accademia di Belle Arti e Libera Università di Bolzano. Intorno all’idea della distanza verticale ruota anche l’allestimento nei 500 metri quadri dell’edificio situato nel cuore di Merano. Oltre cento i lavori esposti di design industriale, abitare e tempo libero, di cui sono pezzi forti la macchina da scrivere rosso fuoco disegnata nel 1969 da Ettore Sottsass jr. e prodotta dalla Olivetti, così come il giocattolo di legno Elefantino bevitore (1922-23) di Fortunato Depero, il televisore 17/18 Phonola (1956) progettato da Dario Montagni con Sergio Berizzi e Cesare Butté, l’attaccapanni modello HCB (2006) di Patrizia Bertolini, le motociclette della serie Capriolo della Aero Caproni, il prototipo del robot Maia – Modello avanzato di intelligenza artificiale, realizzato nel 1988 all’interno dell’Istituto per la ricerca scientifica e tecnologica di Povo (Trento) e lo stemma per radiatore con lo scorpione su fondo giallo/rosso disegnato nel 1955-58 dall’ex pilota Carlo Abart, lo stesso che nel 1932 sfidò il mitico Orient-Express nella tratta Ostenda-Vienna (1370 km), battendolo in sella alla moto dotata di sidecar. Come Karl-Carlo Abarth sono altri i personaggi che pur non essendo nati nel Sudtirolo intrecciano le loro storie personali e professionali con quest’area geografica. Tra questi anche il siciliano Agostino Pontillo che lega il suo nome all’Amaro Alpino, messo in commercio a partire dagli anni Trenta nella confezione a forma di botticella di legno. Nel settore agroalimentare è annoverato tra i prodotti più innovativi la merendina tascabile Fruttino, porzione monodose di marmellata compatta, ideata e prodotta dall’azienda Zuegg. Nel 1890, a Lana, la coppia Maria Wegleiter e Ernest Zuegg, capostipiti dell’impresa di famiglia, iniziarono l’attività imprenditoriale esportando le loro mele perfino a San Pietroburgo. La mela è proprio il simbolo della regione altoatesina. La ricerca si è evoluta grazie alla start up bolzanina Hannes Parth Frumat che dal 2008 ad oggi è arrivata ad una svolta decisiva con la Apple Skin (2019). La «pellemela» ha diverse qualità e può essere usata sia nell’industria del mobile che nella moda per la realizzazione di borse e scarpe. Impatto ambientale, sostenibilità e riciclo sono centrali nella ricerca di eco-designer contemporanei come Martino Gamper e Harry Thaler con la sua sedia leggera e impilabile Pressed Chair (2010-2011), realizzata con un unico pezzo di alluminio completamente riciclabile. Segue lo stesso procedimento la sua Pressed Bike (prodotta da Leaos nel 2018) con il telaio composto da due metà in alluminio stampate e saldate a punti. Una bici elettrica dalla linea leggera ed elegante. Per tornare alla mostra Design From the Alps, in questo percorso che porta idealmente «in quota» è particolarmente significativa la sezione dedicata all’attrezzatura sportiva con una serie di esemplari come i «figl», mini-sci adatti a percorrere ripidi pendii, brevettati nel 1946 da Emo Henrich in legno di abete rosso e i bastoncini aerodinamici da sci prodotti da Gipron (1970-79), solo una delle invenzioni del campione di sci Erwin Stricker. Geniale, poi, il riciclo di materiali come vecchie tavole da snowboard e sci dismessi che i trentenni Filippo Irdi ed Ermanno Zanella utilizzano per realizzare le montature di un nuovo brand di occhiali da sole.
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