Želimir Žilnik è l’ultimo grande surfista di quell’onda (nera) che dagli anni ’60 ha stravolto anche il cinema jugoslavo grazie alle idee, agli slanci e ai talenti di un gruppo di giovani cineasti (tra cui Dusan Makavejev, Zivojin Pavlovic, Mathiaz Klopcic…). Col suo primo lungometraggio, Rani Radovi (Primo impiego), nel 1969 («provocato» – direbbe lui – dall’occupazione sovietica di Praga), ha vinto l’Orso d’oro a Berlino. Da lì la sua strada è stata tutta in salita, in continua ricerca di un cinema non consolatorio e non riconciliato, dissestato, dissestante. Dall’incredibile Paradies, girato in Germania nel ’76, che gli è valso...