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Incendi in Calabria. Pentadattilo diventa una mano di fuoco

Incendi in Calabria. Pentadattilo diventa una mano di fuocoI vigili del fuoco impegnati nello spegnere un incendio nell'area di Cosenza, 24 luglio 2023 – ANSA/Vigili del Fuoco

Italia Colpita la parte meridionale della regione. Il timore è che si possano replicare i giorni tragici di due anni fa

Pubblicato circa un anno faEdizione del 25 luglio 2023
Silvio MessinettiREGGIO CALABRIA

«Non si campa d’aria», cantava il maestro della calabresità nel mondo, Otello Profazio, scomparso proprio ieri agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. Ma a queste latitudini negli ultimi giorni l’aria è tossica e malsana. Colpa dei vasti incendi che tormentano la parte meridionale della regione, segnatamente l’area grecanica e i borghi limitrofi al Parco nazionale d’Aspromonte.

Brucia la Calabria, brucia Pentedattilo, una delle icone turistiche. Pentedaktylos ovvero cinque dita. Con i suoi strani pinnacoli sembra una gigantesca mano di roccia di arenaria che sovrasta il borgo. Ma da ieri è una mano di fuoco. Le immagini, suggestive e drammatiche, hanno fatto il giro del mondo. Poche istantanee che sanno di rabbia e dolore per uno dei patrimoni Unesco ormai ostaggio delle fiamme, del fumo e dei piromani. Non c’è il flash dei turisti ad illuminare le cinque dita di roccia, solo il rosso delle fiamme che divampano e il blu dei mezzi di soccorso, delle autobotti dei pompieri e dei volontari. Non ci sono i sorrisi dei bambini e dei visitatori, ci sono le lacrime dei pochi abitanti che sono stati momentaneamente evacuati, dei titolari delle attività commerciali del borgo. La resistenza delle loro botteghe sta lasciando spazio alla cupa rassegnazione. Sembra un film già visto.

Bisogna riannodare il nastro all’estate del 2021, quella degli incendi e dei morti in Aspromonte, con i predicozzi dei politici che ben presto hanno lasciato il campo al silenzio e all’oblio. Nessun piano di prevenzione, solo parole. È bastata una libecciata di 30 nodi a diffondere le fiamme. Con le temperature schizzate a 44 gradi, un record storico. Le esalazioni tossiche hanno causato lievi malori, specialmente nella popolazione anziana. Una densa coltre di fumo si è alzata sull’Area Grecanica, spingendosi per chilometri verso il mare ed oscurando il cielo nel pomeriggio. Da Capo D’Armi a Melito Porto Salvo le strade sono state invase da una sottile nebbia.

La scia è stata ripresa chiaramente anche dai satelliti meteorologici nello spazio. Nelle ultime ore un nuovo incendio rischia di fare seri danni al patrimonio boschivo aspromontano. I soccorsi si stanno concentrando nelle aree interne di Motta San Giovanni, vicinissimo ai boschi del Parco.

Da giorni ormai l’area grecanica della Calabria brucia dunque senza soluzione di continuità: ci sono state evacuazioni, corse contro il tempo per salvare case, abitanti, aziende agricole con bestiame e macchinari ma le fiamme hanno continuato inesorabili la loro corsa fino ad arrivare a Pentedattilo. Il giorno dopo è fatto di rabbia, delusione e rassegnazione: le fiamme lasciano spazio ad uno scenario spettrale pregno di buio e cenere. Il timore è che si possano replicare i giorni tragici di due anni fa. Quando il fuoco si propagò senza controllo nel parco. Lasciando una ferita indelebile, 4 vittime e 80 mila ettari di vegetazione bruciati.

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