Incantesimi dei dormienti e bambine malinconiche
Cartografie Nei borghi della Val d’Elsa, un itinerario di installazioni permanenti e il museo Umoca, sotto le arcate di un ponte antico
Cartografie Nei borghi della Val d’Elsa, un itinerario di installazioni permanenti e il museo Umoca, sotto le arcate di un ponte antico
In bilico sulla cinta muraria della fortezza militare disegnata da Giuliano da Sangallo tra il 1488 e il 1511, si staglia una sagoma di una donna che scruta un orizzonte misterioso. È la silhouette della bigliettaia del cinema del paese, che ha prestato se stessa all’arte, ottemperando a una richiesta di Antony Gormley. Alla stazione, invece, c’è un adolescente sedicenne, immobile sul binario dove tutti si affannano per raggiungere altre destinazioni. Sette statue abitano Poggibonsi, distrutta tre volte nella storia essendo situata sulla linea ferroviaria. L’ultima fu bombardata per impedire il passaggio dei carriarmati tedeschi. In quella città nuova, Gormley ha tratteggiato una mappa psicoaffettiva, scegliendo il borgo proprio perché non ha le caratteristiche di un tradizionale luogo della Toscana: il suo è un discorso aperto sulla democrazia.
In una cella della medesima fortezza è incarcerata, immalinconita e pallida, una bambina flebilmente illuminata da grandi gocce di cristallo: è l’abitante magica di Kiki Smith, quasi l’apparizione di un fantasma. Ipnotica e fiabesca è la vasca della Fonte delle fate che ospita da molti anni I dormienti di Mimmo Paladino, accompagnati nei loro sogni verdeacqua e mai interrotti dalla musica di Brian Eno. Sotto un antico ponte cittadino di Colle Val d’Elsa, alcune vetrate proteggono le cellule organiche e mutanti di Loris Cecchin; presto in quel museo all’aria aperta che è l’Umoca (da poco rimesso in funzione) ci saranno le opere del tedesco Tobias Rehberger, nate in collaborazione con gli artigiani locali del cristallo, un’attività che ha scontato la crisi del settore. Appuntamento per il 28 settembre con un evento-concerto.
Sono queste solo alcune delle installazioni pubbliche (ci sono anche il bozzolo di Kapoor e il libro di Kabakov), che costellano il territorio della Val d’Elsa. Sono germinate dall’Associazione Arte Continua, affondano le loro radici negli anni Novanta e dopo una lunga battuta d’arresto dovuta anche ai costi, oggi l’iniziativa è tornata a pulsare, creando un network fra varie comunità e amministrazioni in grado di superare le diffidenze di amministrazioni e comunità dei luoghi interessati.
Dopo il Covid, racconta ancora Mario Cristiani, inventore di Arte all’arte, «ho pensato che il mondo prendesse un altro corso, più vicino a quello che pensavo quando ero giovane. Mi è sembrato che le idee fossero diventate mature, non più troppo anticipatrici. Mi interessava quel guardare la città dalla campagna, in più luoghi, perché attraversandoli si potessero immaginare le città come sculture del paesaggio. Un’alleanza fra arte, architettura e sensibilità verso il paesaggio, per ricucire tutto in maniera armonica grazie all’opera di artisti della comunità internazionale». Fra i primi a donare il proprio lavoro, Paladino con i Dormienti stregati.
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