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In un anno è decuplicato il numero dei minori sbarcati in Italia

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Immigrazione Save the Children pubblica il dossier "Minori migranti in arrivo via Mare". Su 40.244 stranieri sbarcati sulle coste italiane tra il primo gennaio e il 30 novembre ben 7.928 sono minorenni (uno su cinque)

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 18 dicembre 2013

Sono 40.244 i migranti arrivati in Italia via mare tra il primo gennaio e il 30 novembre 2013, di cui 5.273 sono donne e 7.928 minori (1 su 5). In un anno sono decuplicati i bambini arrivati via mare con almeno un genitore, ma sono aumentati di molto anche i minori non accompagnati. È quanto rileva il dossier “Minori Migranti in Arrivo Via Mare – 2013” pubblicato da Save the Children. Se Lampedusa è stato il punto di approdo per il maggior numero di migranti (14.088), è la provincia di Siracusa l’area che ha accolto il maggior numero di bambini e adolescenti (3.599). Il numero di bambini accompagnati, anche piccolissimi, arrivati via mare in Italia con almeno un genitore nel 2013 è stato 2.974 rispetto ai 282 del 2012. Sono in gran parte siriani (2.331), in fuga dopo aver perso la casa e il lavoro, spesso anche i familiari, a causa di un conflitto che nel 2013 ha generato 2.500 bambini profughi al giorno.

È cresciuto di molto anche il numero dei minori stranieri non accompagnati sbarcati sulle coste del sud, da 1.841 a 4.954. Hanno tra i 13 e 17 anni, sono in maggioranza maschi e originari di Egitto (1.099), Somalia (816) ed Eritrea (611), ma anche tra loro i più numerosi sono gli adolescenti siriani (1.192). Il dossier evidenzia come anche nel 2013 si sia registrata la cronica assenza di un sistema nazionale integrato per i minori soli non accompagnati. “La difficoltà nel reperimento dei posti disponibili nelle comunità per minori, insieme alla mancata garanzia di copertura finanziaria da parte del governo, che solo dopo la visita del premier Letta a Lampedusa ha stanziato 20 milioni di euro, ha ripetutamente causato la permanenza prolungata dei minori in condizioni ambientali inaccettabili, in particolare nel Cpsa di Lampedusa e nell’ex ospedale Umberto I a Siracusa», ha dichiarato Raffaela Milano.

 

 

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