Lavoro

In un anno di governo Renzi l’occupazione è aumentata di 13 contratti

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Inps Diffusa ieri una tabella: tra contratti precari trasformati in stabili e cessazioni il saldo è zero. La figuraccia sui dati sull’occupazione di venerdì 26 marzo ha indotto ad un’insolita prudenza i cacciatori di farfalle di Palazzo Chigi

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 11 aprile 2015

Il saldo è zero. E infatti ieri Renzi e Poletti hanno mantenuto un rigoroso silenzio sui dati Inps comunicati ieri in una tabella diffusa in lungo e in largo. Si parla di occupazione. Stavolta niente annunci roboanti. nemmeno un cinguettìo su twitter. Una dichiarazione da «governo del fare» tipo: «Bene, ma non basta. Andiamo avanti così». Ma così come? In attesa del Jobs Act, cioè della riverniciatura dei contratti precari esistenti nella formula magica «a tutele crescenti». I precari verranno mascherati con un contratto «a tempo indeterminato», ma saranno licenziabili in ogni momento o dureranno fino alla data di scadenza degli incentivi garantiti alle imprese dal governo Renzi (3 anni).

La figuraccia sui dati sull’occupazione di venerdì 26 marzo ha indotto ad un’insolita prudenza i cacciatori di farfalle di Palazzo Chigi. I 79 mila occupati in più nei primi mesi 2015 spacciati dal governo erano in realtà 64.637 attivazioni nette. Il lunedì successivo il ministero del Lavoro (quello di Poletti) ha comunicato le cessazioni, cioè le interruzioni del lavoro per licenziamento, dimissioni o altro nello stesso periodo: 75.535 .Dunque: il saldo è negativo: – 10 mila circa.

Altro che ripresa, ha confermato l’Istat martedì 31 marzo. La disoccupazione è aumentata a febbraio (+12,7%), i giovani tra i 15 e i 24 anni senza lavoro sono aumentati di 34 mila unità.

Ieri l’Inps ha comunicato i dati sulle trasformazioni dei contratti precari in tempi indeterminati. Sono 95.804. Qualcuno ha seguito il riflesso renziano titolando: «Inps: +20% dei contratti a tempo indeterminato a gennaio e febbraio».La reatà è invece in chiaroscuro. Ci sono più posti fissi nei primi due mesi dell’anno, ma sull’occupazione il saldo è zero. Ecco questa è la notizia. Lo dice l’Inps di Tito Boeri nella tabella: i rapporti di lavoro attivati nei primi due mesi del 2015 sono stati 968.883, appena 13 in più rispetto ai 968.870 dei primi due mesi del 2014 (0,0% la variazione).

Nel dettaglio: l’Inps ha registrato un aumento consistente delle nuove assunzioni a tempo indeterminato (+20,7%) e delle conversioni dei contratti da apprendista (+7,4%), ma anche la diminuzione delle trasformazioni di rapporti a termine (-11,2%), delle assunzioni a termine (-7%), dei nuovi contratti di apprendistato (-11,3%).

Addizionando i nuovi rapporti a tempo indeterminato e quelli convertiti in contratti stabili, i nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato ammontano a 403.386 tra gennaio e febbraio (variazione di +12,3% rispetto allo stesso periodo del 2014). Molti di più sono i nuovi contratti a tempo determinato: 531.856, in calo del 7% rispetto al bimestre analogo del 2014. Le assunzioni in apprendistato, invece, sono state 33.641, l’11,3% in meno sul 2014. Stabili le retribuzioni nei nuovi contratti a tempo determinato: 1.866 euro se si includono anche i contratti a termine (pagati 1.914 euro) e gli apprendisti (che scendono a 1.376 euro).

I risultati dello «screening» condotto dall’Inps su tutte le tipologie di lavoro subordinato, incluso il lavoro somministrato e il lavoro intermittente, sono questi: fino ad oggi la «nuova» occupazione creata dal governo Renzi consiste in 13 contratti in più in un anno, e in tutta Italia. In attesa del Jobs Act,

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