In tanti preferiscono la minerale privata in bottiglia
Il mercato dell'acqua vale quasi tre miliardi l'anno Il grande affare delle aziende concessionarie delle sorgenti. Alle regioni le briciole
Il mercato dell'acqua vale quasi tre miliardi l'anno Il grande affare delle aziende concessionarie delle sorgenti. Alle regioni le briciole
Gli italiani vanno pazzi per l’acqua più privata che c’è, quella minerale: la spesa delle famiglie per le costose bottiglie (in plastica) è, secondo l’Istituto nazionale di statistica (Istat) in costante crescita.
Nel 2019, in media, le famiglie italiane hanno sostenuto una spesa mensile di 12,57 euro, appena due euro in meno della spesa per la fornitura di acqua potabile, una tariffa che non si misura in litri ma in metri cubi (mille litri) e che comprende anche i servizi di depurazione e fognatura.
Secondo indagini, elaborazioni e analisi Istat, raccolte in un focus annuale in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, la spesa è in costante crescita in tutto il quinquennio 2015-2019, pur con un lieve rallentamento nell’ultimo anno (+0,7% la variazione sull’anno precedente, +4,5% tra 2018 e 2017). Nel complesso, rispetto al 2015, la spesa familiare per acqua minerale cresce di più di quella per la fornitura di acqua nelle abitazioni (+22,4% contro +9,2%). Acquista più di un litro di acqua minerale al giorno, nel 2019, almeno un componente nel 65% delle famiglie. Il consumo più elevato si registra nelle Isole (67,7%), quello più basso al Sud (62,8%). L’Umbria si conferma, anche per il 2019, in cima alla graduatoria regionale (74,4%) mentre è il Trentino-Alto Adige a registrare la posizione più bassa (48,9%).
Nel 2019 il fatturato al consumo dell’industria delle acque minerali ha toccato quota 2,8 miliardi, in crescita del 3,7%: in Italia si producono 15 miliardi di litri annui di acqua minerale. I canoni applicati per le acque imbottigliate, riconosciuti alle Regioni, sono in media di 1,15 euro/metro cubo, ovvero 1 millesimo di euro al litro: si parte dalla tariffa di 0,30 euro applicata in Abruzzo per arrivare ai 2,0 euro/mc applicato dalla provincia autonoma di Bolzano (dati raccolti da Legambiente e Altreconomia). Per le famiglie è, ovviamente, più economico bere l’acqua potabile erogata dal gestore del servizio idrico integrato, con una spesa che è in media 14,62 euro, pressoché invariata rispetto al 2018 e pari allo 0,6% della spesa complessiva per il consumo di beni e servizi.
I livelli di spesa mensile delle famiglie per la fornitura di acqua nell’abitazione risultano superiori alla media nazionale nel Mezzogiorno (16,78 euro) e nel Centro (16,51 euro), mentre sono inferiori nelle regioni del Nord (12,37 euro). Il rapporto tra i livelli di spesa delle diverse aree geografiche è pressoché costante dal 2016. Molti scelgono l’acqua minerale perché non hanno fiducia nella qualità dell’acqua erogata dalla rete pubblica: nel 2020, il 28,4% delle famiglie esprime ancora poca fiducia nel bere acqua di rubinetto. I dati diffusi ieri da Istat certificano che tutta via che l’indicatore è diminuito progressivamente nel tempo: gli sfiduciati erano il 40,1% nel 2002.
Permangono tuttavia notevoli differenze territoriali: il Nord-est è al 20,5% e nelle Isole si raggiunge il 49%. Toccano le percentuali più elevate Sicilia (49,9%), Sardegna (46,6%) e Calabria (41,4%).
luca martinelli
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