In Slovacchia si tiene oggi il secondo turno delle elezioni presidenziali in cui si attende un testa a testa tra il candidato della coalizione di governo e presidente del parlamento, Peter Pellegrini, e l’ex diplomatico Ivan Korčok, che rappresenta la linea filoatlantista e di opposizione al governo del premier Robert Fico. Korčok, arrivato in testa al primo turno di due settimane fa con il 42,5% dei voti, è la sorpresa di queste presidenziali. Pellegrini, che era dato favorito da molti sondaggi, si è fermato al 37%. Negli ultimi dibattiti i due candidati non si sono risparmiati colpi.

L’ex ministro degli esteri degli esecutivi di centro-destra, ed ex ambasciatore a Washington, Korčok,, come la presidente della Repubblica Zuzana Čaputová, rappresenta una linea filoatlantista pienamente schierata a favore dell’Ucraina. Pellegrini invece sostiene la linea del governo, di cui fa parte il suo partito Hlas. Con l’arrivo dell’esecutivo guidato da Fico la Slovacchia ha fermato la fornitura delle armi all’Ucraina dagli stock dell’esercito ed è diventata uno dei paesi più critici sull’invio di materiale bellico da parte degli stati della Nato. Il premier Fico si è anche schierato contro la presenza dei soldati europei sul suolo ucraino, come prospettato in alcune dichiarazioni dal presidente francese Emmanuel Macron.

Mentre a Korčok basta mobilitare il proprio elettorato, Pellegrini si trova in una situazione più complicata. Il politico, che ha lontane origini italiane, deve cercare di portare alle urne anche gli elettori dell’ex giudice nazionalista Štefan Harabin, che ha ottenuto al primo turno quasi il 12% dei voti. Harabin ha puntato la campagna elettorale su una Slovacchia neutrale con l’uscita dal paese dalla Nato e sul blocco completo delle esportazioni delle armi verso l’Ucraina, mentre il governo di Fico permette la vendita da parte delle imprese private del settore difesa. Pellegrini, che ha sempre puntato su un’immagine più prudente e moderata, ha dovuto spingere sui toni per attrarre gli elettori dell’ex giudice.

Le elezioni tuttavia si giocano anche su numerosi temi interni. Appena tornato al potere Fico si è impegnato a smantellare la procura speciale, che ha condotto diverse indagini contro il premier e i suoi alleati. Il governo sta cercando inoltre di prendere il pieno controllo dei media del servizio pubblico. Questi passi, che a molti slovacchi sembrano andare nella direzione dell’Ungheria di Viktor Orbán, hanno suscitato forti proteste.

Una parte degli elettori quindi darà probabilmente il voto a Korčok per avere alla presidenza della repubblica un baluardo contro queste derive di Fico. L’ultimo terreno di scontro ha riguardato alcuni incidenti tra gli orsi e le persone nei monti Tatra, a cui il governo ha risposto presentando una legge costituzionale per rendere più facile la soppressione degli orsi che entrano nei centri abitati.

Sebbene il presidente abbia in Slovacchia prerogative soprattutto formali, le elezioni di oggi sono un test importante per il governo, che si regge su una coalizione tra la sinistra conservatrice e i nazionalisti slovacchi. Fico è molto abile a vincere le elezioni parlamentari, dove si vota con il proporzionale, e poi condurre le trattative per formare il governo. Nelle presidenziali ha invece una minore fortuna politica, in quanto nelle ultime due volte è emerso un candidato bandiera, che ha unificato il frammentato campo degli oppositori. Domenica mattina si saprà, se non c’è due senza tre.