In sala, nello specchio dell’horror
Cinema In questa stagione ritorni di piccoli classici del genere, e attese novità
Cinema In questa stagione ritorni di piccoli classici del genere, e attese novità
«Possiamo perdonare a un uomo di aver fatto una cosa utile purché non la ammiri. L’unica scusa per aver fatto una cosa inutile è di ammirarla intensamente», scriveva così Oscar Wilde e la citazione sembra perfetta per introdurre uno dei generi cinematografici più «inutili» e allo stesso tempo degni di ammirazione: l’horror. Perché l’horror al pari di Dorian Grey è un mostro strano, combattuto, paradossale. È un sempre giovane, ma soprattutto riflette come uno specchio il suo pubblico di giovani, decade dopo decade, gettando luci e ombre sulle ansie dei tempi moderni e tracciando un percorso che se analizzato può essere motivo di un interessante confronto tra il presente e il passato. E non è di certo il futuro a mancare a questo genere, perché l’horror si ricicla tra aggiornamento e auto-distruzione, sembra prossimo alla sua condanna (emessa della critica, ma non solo) eppure sopravvive e risorge in un ciclo infinito. Tra l’altro è proprio l’horror quel genere contenitore che ha permesso a tantissimi autori di esordire e che da sempre si fa campione di un certo cinema indipendente per comunicabilità e soprattutto accessibilità sul piano economico e produttivo.
Non sorprende dunque che anche questa stagione è stata caratterizzata da una grandissima quantità di produzioni orrorifiche, non solo su grande schermo. Uscito in sordina e tutt’ora disponibile su Disney+ è Omen L’Origine del Presagio di Arkasha Stevenson, ennesimo capitolo della saga di Omen iniziata nel 1976 con il film firmato da Richard Donner e interpretato da Gregory Peck. Il film di Stevenson si distingue rispetto ai suoi predecessori per ingegnosità visiva e una nuova sensibilità artistica. Un’altra saga riapparsa sul grande schermo nell’estate 2024 è quella di Alien che con Alien: Romulus è tornata a calcare una matrice più slasher rispetto ai precedenti capitoli, questo grazie al tocco del suo regista Fede Alvarez, uno dei giovani autori protagonisti del Nuovo Cinema Horror.
Tra i migliori esponenti di questa corrente possiamo citare Jordan Peele (insieme a Jason Blum ha firmato alcuni dei più grandi successi horror recenti), Ari Aster (Midsommar, Hereditary), Robert Eggers (The Witch, mentre è atteso per il 2025 il suo Nosferatu), Mike Flanagan con le sue produzioni televisive (Hill House, Gerald’s Game, The Fall of the House of Usher) e Ti West. Proprio di West è la firma su MaXXXine, sicuramente il titolo horror più interessante che abbiamo visto in sala durante l’estate. Il film chiude la trilogia sanguinolenta iniziata nel 2022 con X: A Sexy Horror Story e proseguita lo stesso anno con il prequel Pearl. Una giostra di riflessi e omaggi al genere, con una messa in scena ispirata e una protagonista, la giovane ed esplosiva Mia Goth, consacrata definitivamente al ruolo di scream queen. Ma il 2024 non è finito, ottobre negli Stati Uniti è il mese di Halloween, terreno fertile per il cinema degli spettri.
In Italia, invece, dal 14 ottobre verrà proiettato in sala il cult film Dellamorte Dellamore di Michele Soavi. Questa geniale follia cinematografica datata 1994 reinventa con la sua estetica lugubre e con toni da cartone animato allucinato la figura di Dylan Dog (il film è tratto dall’omonimo romanzo di Tiziano Sclavi) nel corpo di Francesco Dellamorte interpretato da «quel Dylan» di Rupert Everett. Un personaggio molto diverso rispetto al più noto indagatore dell’incubo, ma ugualmente carismatico ed affascinante. Il lavoro estremo di Soavi passa da una composizione stile fumetto ad una satira cinica sulla società, evidenziando una fame erotica per i corpi che vengono spogliati prima dei vestiti e poi della carne. È un esempio perfetto di quanto il cinema Horror nel passato sembrava libero di esistere al di fuori di regole e pudore, mentre oggi è chiaramente più assoggettato a logiche di mercato e canoni estetici meno trasgressivi.
È anche vero che il 1994 era l’anno in cui usciva Il Seme della Follia di John Carpenter, Nightmare Nuovo Incubo di Wes Craven o anche il più dimenticabile Leprachaun 2 di Rodman Flender. Questo perché il genere horror oscilla sempre tra produzioni artigianali con budget limitato e altre decisamente più mainstream. Spesso gli stessi protagonisti dell’horror hanno visto la loro carriera limitata artisticamente dal successo, come se gli incubi fossero allergici al denaro. L’horror è un genere proletario costantemente tentato dal bisogno di essere riconosciuto dal circuito ufficiale, ma che spesso, certo non sempre, riesce a dare il suo meglio quando si trova a fronteggiare situazioni economiche e produttive a dir poco problematiche. D’altro canto è proprio l’horror d’autore che oggi viene messo in crisi da una produzione sempre più incentrata sulla serialità e con finanziamenti mirati alla sfruttamento di proprietà intellettuali famose e riciclabili. Ma il cinema dell’orrore, come abbiamo detto, sopravvive…anche al costo di doversi arrampicare fuori dalla sua stessa tomba.
E allora per non rimanere incastrati nel passato segnaliamo l’uscita dell’attesissimo Longlegs con Nicolas Cage nei panni dell’omonimo serial killer. Il film di Osgood Perkins uscirà in sala il 31 Ottobre con un colpevolissimo ed inspiegabile ritardo della nostra distribuzione rispetto all’uscita internazionale che lo ha accolto come uno dei più grandi casi cinematografici di questo 2024. Un altro grande atteso è The Substance, la commedia nera a tinte horror con protagoniste Margaret Qualley e Demi Moore dal 18 ottobre al Cinema. Entrambi i titoli verranno presentati in anteprima alla Festa del Cinema di Roma dal 16 al 27 Ottobre presso l’Auditorium Parco della Musica. In attesa di scoprire quali altri brividi filmici ci regalerà il futuro, vi auguriamo una buona macabra visione.
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