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In quei luoghi memorabili dello sport

In quei luoghi memorabili dello sportArena Civica di Milano, tribuna principale

Pagine Nelle città italiane trovano un nuovo spazio sociale e culturale i teatri degli eventi agonistici che hanno segnato l'immaginario

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 14 gennaio 2023

Anche lo sport ha i suoi luoghi della memoria. Raccontano le emozioni di un pubblico che ha visto la coppa alzata al cielo, un gol segnato che ha rappresentato la vittoria per la conquista dello scudetto o ha evitato la retrocessione in serie B, l’assegnazione di una medaglia d’oro o la realizzazione di un record mondiale. Quei luoghi a volte hanno importanza perché per tanti di noi hanno rappresentato semplicemente la prima volta: allo stadio, all’ippodromo, davanti a una piscina dove si sono svolti gli europei di nuoto, dentro un palazzetto dello sport dove hanno avuto luogo i campionati mondiali di scherma, oppure perché da tanto tempo gioca la squadra di basket o di pallavolo della cittadina di provincia dove si vive.

Quei luoghi sono espressione anche dell’architettura, della storia sociale, politica ed economica della città in cui sono sorti. Per la realizzazione di impianti sportivi di un certo livello, hanno concorso architetti di fama internazionale, la loro realizzazione è stata preceduta e seguita spesso da dibattiti politici aspri che riguardavano le risorse finanziarie impiegate, l’urbanistica, gli scandali per i costi lievitati, in alcune occasioni hanno sollecitato gli appetiti della criminalità organizzata. Gli impianti sportivi, però, non possono essere considerati solo i luoghi delle emozioni, dovrebbero essere intesi come espressione di un più vasto patrimonio culturale. Recentemente Vittorio Sgarbi, sottosegretario ai Beni culturali, ha manifestato l’intenzione di porre il vincolo ambientale e culturale allo stadio di San Siro per evitare l’abbattimento.

L’Arena Civica di Milano, oggi dedicata al giornalista sportivo Gianni Brera, fu realizzata su incarico di Napoleone Bonaparte dall’architetto Luigi Canonica nei primi anni dell ’800 per ospitare importanti manifestazioni pubbliche. All’inaugurazione dell’Expo 1906 ospitò lo show di Buffalo Bill e alla vigilia della Grande Guerra duemila cantori intonarono Verdi. Qui nel 1909 Luigi Ganna vinse il primo Giro d’Italia. Fino al 1948 sul rettangolo verde dell’Arena si sono svolte le partite dell’Inter, prima di trasferirsi a San Siro, vi esordì anche un giovanissimo Peppino Meazza lanciato dall’allenatore ebreo nerazzurro Arpad Weisz, poi vittima della Shoah. Su quel prato ad opera dei nazifascisti furono fucilati otto partigiani oggi ricordati da una lapide e negli anfratti erano detenuti gli oppositori al regime mussoliniano, come ricorda in Uomini e no Elio Vittorini, che abitava nei pressi dell’Arena. Il 10 ottobre del 1948 Adolfo Consolini, stabilì il record mondiale del lancio del disco. Era Dario Fo il ragazzo lanciato nella corsa agli ostacoli in una scena del film di Lizzani Lo svitato. Sulla stessa pista, Marcello Fiasconaro stabilì il 27 giugno del 1973 il record del mondo sugli 800 metri. L’Arena rispecchia due secoli di storia di Milano.

In passato sparuti tentativi hanno tracciato percorsi riguardanti la storia culturale dei luoghi dello sport: Le case e il Foro Aa.vv, a cura di Salvatore Santuccio (Alinea editrice), Milano nello sport di Cervi e Giuntini (Hoepli), ma oggi sembra delinearsi una scelta più consapevole.

La casa editrice 66thand2nd, diretta da Isabella Ferretti, alla quale va il merito di aver introdotto in Italia la letteratura sportiva anglosassone e averci fatto conoscere lo scrittore Anthony Cartwright, ha pubblicato Il cuore dentro le scarpe. Sport e storie a Roma di Francesco Longo che traccia un vero percorso storico-sportivo-culturale della Capitale. È il primo di una serie che riguarderà altre città italiane Torino, Napoli, Milano, ecc. L’autore tocca i punti nevralgici della Roma sportiva di ieri e di oggi: «I pugili delle Olimpiadi del 1960 si sfidano nel Palazzo dello Sport di Pier Luigi Nervi, i lottatori combattono nella basilica di Massenzio, i ginnasti volteggiano alle terme di Caracalla, i ciclisti si rincorrono sulle assi di parquet di doussié del Camerun nel velodromo appena inaugurato e poi dismesso. Oggi le comunità di pakistani e indiani giocano a cricket a Villa Borghese, le partite si confondono con quelle di inizio Novecento… La luce prodigiosa che colpisce i cavalli in corsa alle Capannelle si confonde con quella degli anni Sessanta e con quella precedente, con la costruzione febbrile del Foro Italico».

Anche il ciclismo ha segnato i luoghi dove sono state compiute imprese che hanno fatto la storia delle due ruote, uno scatto, la fuga in solitaria, la ruota che taglia il traguardo al foto finish. È stato pubblicato di recente Cicli Fuchs. Il commendatore, le sue biciclette e i suoi campioni ( Minerva), curato da Rossella Taffa e Andrea Crippa. Riguarda la storia di Giovanni Tappella che da congegnatore meccanico diventa dopo una lunga trafila il proprietario delle officine Fuchs, un marchio che ha segnato il ciclismo del dopoguerra e annoverava tra i corridori ciclisti Franco Bitossi, Fiorenzo Magni, Gastone Nencini, vincitore dell’abbinata Giro e Tour (1960), ultimo italiano a compiere l’impresa nello stesso anno dopo quella di Coppi e di Bartali.

La storia di Giovanni Tappella riguarda il percorso di un operaio che diventa il padrone del marchio Fuchs, che fa le gite sociali con le famiglie dei lavoratori, che abbina il marchio Fuchs alla crema Nivea già nei primi anni ‘50, infine dalla presidenza della Canottieri Olona passa alla Federnuoto. La vasta documentazione fotografica proveniente dall’archivio di famiglia, ci mostra l’Italia del dopoguerra attraversata dalle strade polverose del Giro d’Italia, l’architettura delle case operaie, la semplicità dell’abbigliamento sportivo dei ciclisti in allenamento e quello dei tifosi lungo le vie del Giro, ma anche l’Italia delle campagne coltivate che non aveva ancora ceduto il passo all’industrializzazione distruttiva. La piccola editoria sportiva, più attenta a cogliere le novità, sembra aprire un nuovo filone tendente a considerare il fenomeno sport come parte integrante della storia e della cultura del nostro Paese.

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