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In Puglia sono 67 i comuni al voto. Decaro verso la riconferma a Bari

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Amministrative Oltre che per le elezioni europee in Puglia sono 67 i comuni chiamati alle urne per eleggere il sindaco e rinnovare il consiglio comunale, tra cui Bari, Lecce e Foggia. […]

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 25 maggio 2019

Oltre che per le elezioni europee in Puglia sono 67 i comuni chiamati alle urne per eleggere il sindaco e rinnovare il consiglio comunale, tra cui Bari, Lecce e Foggia. Nove i comuni il cui consiglio si rinnova per motivi diversi dalla scadenza naturale del mandato, mentre solo Parabita, in provincia di Lecce, va al voto dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose.

A Bari il grande favorito della vigilia è il sindaco uscente Antonio Decaro, presidente dell’Anci, l’associazione nazionale dei comuni, appoggiato da Pd e una lunga lista di civiche. L’ex delfino del governatore Michele Emiliano in questi cinque anni di governo della città ha spesso ricevuto apprezzamenti trasversali da parte dei cittadini. Al 15° posto nella classifica di gradimento dei sindaci del Sole24Ore con il 58% dei consensi, con il progetto «Periferie aperte» che prevede 37 interventi di riqualificazione a Bari e nei comuni limitrofi, è arrivato primo al Bando delle Periferie del governo Renzi, che nel 2016 aveva assegnato circa 2 miliardi di euro da investire in aree degradate: bando poi sospeso per due anni dall’attuale governo gialloverde.

Il principale sfidante sarà Pasquale Di Rella, ex iscritto del Pd, anch’egli assessore Decaro nell’ultima giunta comunale di Emiliano, per poi in corso d’opera lasciare la maggioranza a favore di Forza Italia passando all’opposizione. Vincitore delle primarie dello scorso 24 maggio, avrà anche l’appoggio di Lega e Fratelli d’Italia nonostante i due partiti di centrodestra appoggiassero inizialmente propri candidati. Motivo per il quale il risultato finale non appare in discussione. In una campagna elettorale molto poco appariscente, quasi silenziosa, che ha generato non poche polemiche e dubbi su ipotetici accordi trasversali tra i partiti, appaiono invece fuori dai giochi la candidata sindaca del Movimento 5 Stelle e gli altri tre candidati in altrettante liste civiche.

Situazione diversa invece a Lecce, dove si torna alle urne ad appena due anni dall’ultima tornata elettorale. Nel 2017 infatti, il candidato del centrosinistra e del Pd, Carlo Maria Salvemini, dopo il 28% del primo turno uscì vittorioso al ballottaggio con il 55% dei consensi. A cambiare le carte in tavola fu però una decisione del Consiglio di Stato che poco dopo l’elezione portò a Palazzo Carafa sei consiglieri di centrodestra, annullando di fatto il premio di maggioranza. Dopo un tentativo di accordo con i consiglieri di opposizione, ad inizio anno sono arrivate le dimissioni di 17 consiglieri e del sindaco, che ha subito annunciato la sua nuova candidatura. Salvemini sarà appoggiato oltre che dal Pd da diverse liste civiche.

A sfidarlo in una contesa politica dall’esito più incerto che mai, il candidato di centrodestre Saverio Congedo, appoggiato da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Casapound ed una serie di liste civiche di destra. Outsider il candidato del Movimento 5 Stelle Arturo Baglivo, Mario Fiorella di Sinistra Comune ma soprattutto Adriana Poli Bortone, volto noto da quelle parti, appoggiata dal Movimento Sociale Fiamma Tricolore ed altre civiche, ex sindaca di Lecce per due mandati dal 1998 al 2007, ex senatrice, deputata ed europarlamentare del centrodestra leccese.

A Foggia invece il favorito sembra essere il sindaco uscente di centrodestra Franco Landella, che nel 2014 riuscì per appena 300 voti a regalare al centrodestra una vittoria che mancava dal 2009. Landella sarà appoggiato da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, con quest’ultima che alle primarie dello scorso 24 febbraio ha dovuto incassare la sconfitta del proprio candidato Luigi Miranda. A contendergli il ruolo di primo cittadino ci saranno Pippo Cavaliere candidato presentato dal Pd e da alcune liste civiche e Giovanni Quarato del M5S.
Attesa una buona percentuale di affluenza ai seggi, che potrebbe favorire anche le liste per l’Europarlamento.

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