Economia

«In piazza contro il governo che ci prende in giro»

«In piazza contro il governo che ci prende in giro»Una manifestazione dello Spi Cgil

Intervista a Ivan Pedretti Il segretario dello Spi Cgil: si richiamano sempre al "contratto" ma hanno stracciato il patto fra stato e pensionati sulla rivalutazione. «Tagliano ben 3,5 miliardi e ci chiedono indietro 100 milioni solo dopo le Europee»

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 31 maggio 2019

Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi Cgil, domani mattina voi pensionati tornate a manifestare unitariamente a piazza San Giovanni. L’ultima volta fu nel 2004 e c’era Berlusconi al governo. Ora c’è Salvini…
Sì, c’è stata una spinta di partecipazione molto forte e abbiamo deciso di spostarci nella più grande piazza San Giovanni che credo riempiremo rispondendo a chi ci dice che non rappresentiamo più nessuno. I pensionati sono molto insoddisfatti delle politiche del governo ma in piazza scenderanno anche lavoratori, cittadini, giovani confermando che c’è una onda lunga di mobilitazione in difesa dei diritti che va dalle manifestazioni dei ragazzi per l’ambiente a quella contro il congresso della famiglia di Verona a quelle sindacali del 9 febbraio, 25 aprile e primo maggio. Insomma, si riapre un cantiere politico di cui il sindacato è parte importante.

Scendete in piazza per denunciare il taglio della rivalutazione delle pensioni che a giugno subiranno la beffa del conguaglio per gli «aumenti indebiti» avuti fino alle Europee…
Sì, hanno aspettato le elezioni Europee per riprendersi i soldi e per questo siamo ancora più incazzati. Le pensioni continuano ad essere un bancomat e l’operazione da 3,5 miliardi fatta in manovra crea una divisione fra deboli, una spaccatura sociale visto che i soldi tolti ai pensionati vengono usati per Quota 100 e Reddito di cittadinanza: perché quei soldi non li sono andati a prendere ai ricchi o agli evasori fiscali? A giugno si riprenderanno 100 milioni, il presidente del consiglio Conte ci dice che si tratta di poco ma allora se è poco perché non rinunciano? Ad un pensionato con 1.800 euro lorde di pensione, che nette sono non più di 1.500, capofamiglia monoreddito un taglio anche di 100 euro l’anno può metterlo in difficoltà. E poi c’è una questione di principio: Lega e M5s si considerano il “governo del cambiamento e del contratto” ma il contratto che lo Stato aveva fatto con i pensionati per riportare la rivalutazione quasi piena delle pensioni dal primo gennaio l’hanno stracciato. Ci prendono in giro.

Nella vostra piattaforma rivendicativa c’è una legge nazionale per la non autosufficienza.
Abbiamo proposte concrete. La nostra è una lunga battaglia su questo tema. Chi si trova in famiglia una persona non autosufficiente vive una vera tragedia. Vogliamo una legge di civiltà che garantisca su tutto il territorio nazionale fondi adeguati per sostenere le cure e le famiglie. Il tema poi si lega a quello della sanità pubblica sempre più mal ridotta. Altro che flat tax, perché non mettono 4 miliardi sulla sanità pubblica? Invece lasciano che vada avanti subdolamente lo spostamento della sanità dal pubblico al privato. Perché fanno finta di non sapere che ci sono centinaia di migliaia di persone che fanno fatica ai curarsi?

L’accusa di essere «avari» si lega al solito riferimento allo scontro generazionale usato da tutti i liberisti: voi pensionati togliete risorse ai giovani…
È una accusa ingiusta. Noi siamo per sostenere una pensione di garanzia per i giovani, se si vuole anche attraverso ad una azione solidale dei pensionati. I giovani oggi hanno un lavoro precario, mal pagato e se perdono mesi di contributi avranno assegni da fame, siamo alla vigilia di una crisi sociale fortissima.

In queste settimane lei è stato molto duro con (l’appena nominato) presidente Inps Pasquale Tridico. Perché?
Perché non fa il suo mestiere. Il suo mestiere non è fare la Caritas e dire che andrà in giro con i camper per i poveri. Il suo lavoro è garantire i lavoratori e i pensionati e invece riduce le sedi dell’Inps nei piccoli territori, isolando le persone. A milioni di persone non è data la possibilità di controllare la propria busta, c’è solo un pin on-line che spesso non funziona.

Il successo della manifestazione Cgil-Cisl-Uil del 9 febbraio dei sindacati ha aperto una breve stagione di dialogo che sembra già appassita. Voi sperate di avere maggior ascolto?
Se non ci saranno riposte continueremo a mobilitarci perché le nostre ragioni non si esauriscono con una manifestazione. Faremo altre mobilitazioni sul territorio, continueremo a far sentire la nostra voce. Sappiamo che le Europee ci delineano una strada in salita: in tanti hanno votato la Lega ma siamo consapevoli che bisogna combattere il ministro della paura Salvini.

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