Scuola

Domani in piazza anche per contestare l’esame di stato di Bianchi

Domani in piazza anche per contestare l’esame di stato di Bianchi

La protesta Oltre alla contestazione dell’alternanza scuola-lavoro, domani gli studenti contestaranno anche le regole imposte dal ministro dell’Istruzione Bianchi sulla maturità 2022. Anche al ministero dell'Istruzione non la pensano come Bianchi, sostiene la sottosegretaria Floridia. Contrari anche i presidi. La Cgil si schiera a fianco degli studenti

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 3 febbraio 2022

Oltre alla contestazione dell’alternanza scuola-lavoro, domani gli studenti contestaranno anche le regole imposte dal ministro dell’Istruzione Bianchi sulla maturità 2022. «Siamo al loro fianco – hanno detto la vicesegretaria della Cgil, Gianna Fracassi, e il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli – Non devono essere gli studenti a pagare le conseguenze di tre anni di didattica discontinua, in presenza, a distanza, mista.

Per Fracassi e Sinopoli «il ripristino della normalità a cui fa riferimento Bianchi è una enorme ipocrisia: non sono stati normali né quest’ultimo anno, né quelli precedenti». «Sarebbe stato opportuno coinvolgere gli studenti in questa scelta, così come sarebbe stato opportuno ascoltarli nei giorni scorsi in occasione delle legittime proteste per la morte dello studente Lorenzo Parelli. Nessun ascolto, solo botte e cariche della polizia».

Sulla maturità non sono d’accordo nemmeno i politici al ministero dell’Istruzione «Ho manifestato al ministro l’opportunità di fare quest’anno la sola prova scritta di italiano – ha detto la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia (M5S) – Faccio esami di Stato da 20 anni e capisco bene che dopo due anni di Dad non tutti i ragazzi avranno avuto l’opportunità di esercitarsi con le simulazioni, con i compiti in classe». Ma dato che si è deciso di fare la seconda prova, Floridia ha detto di «sentirsi rassicurata dal fatto che la strutturino i commissari interni che conoscono i ragazzi.

Non è d’accordo il presidente dell’Associazione nazionale preside Antonello Giannelli: «Sarebbe stato preferibile attestarsi su una sola prova scritta di italiano e non introdurre una seconda prova scritta che non è quella prevista dalla legge ma cambia da classe a classe. Si poteva aspettare l’anno prossimo».

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