Autrice multiforme, difficilissima da identificare tramite una prospettiva univoca alla materia letteraria, Olga Tokarczuk sembra essere sempre più legata, nella sua narrativa, a una visione spaziale, finanche topografica della realtà, dove l’aspetto del «complesso della storia», quello che scaturisce soprattutto dall’esperienza degli ultimi due secoli – l’Ottocento delle spartizioni del paese e il secolo breve dei totalitarismi, così determinante per la letteratura polacca – scompare sotto una superficie di luoghi, di strade, fiumi, di monti, di boschi, spesso osservata da una prospettiva che riesce a essere al contempo marginale – o meglio, liminale – e centrale. Olga Tokarczuk appartiene –...