In Moldavia vincono i filo-Ue di Sandu
L'esito delle elezioni Come per il referendum, vittoria di un soffio. L’opposizione denuncia brogli, ma la polizia accusa il voto di scambio con soldi russi
L'esito delle elezioni Come per il referendum, vittoria di un soffio. L’opposizione denuncia brogli, ma la polizia accusa il voto di scambio con soldi russi
Maia Sandu è stata confermata presidente della Moldavia sconfiggendo al secondo turno lo sfidante socialista Alexandr Stoianoglo. Con il 55,41% delle preferenze, la presidente filo-europeista, ha battuto di misura il blocco dell’opposizione che ora contesta il voto e definisce «illegittima» la presidente. Decisivo il voto dei cittadini all’estero che avevano già favorito Sandu al primo turno e hanno contribuito a ribaltare le sorti del voto, lasciando l’avversario al 44,6%. Ad aumentare la tensione le accuse di interferenze russe, aggravate dalle indiscrezioni emerse nei giorni scorsi su alcuni arresti della polizia moldava che avrebbe bloccato alla frontiera dei corrieri con delle somme di denaro provenienti dalla Russia per comprare voti.
«MOLDAVIA, oggi avete vinto. Insieme, abbiamo dimostrato la forza della nostra unità, della democrazia e l’impegno per un futuro dignitoso», ha dichiarato a caldo Sandu, che ha aggiunto di voler essere la «presidente di tutti». Il voto si è configurato ancora una volta come una scelta di campo per il piccolo Paese est-europeo. Il partito di maggioranza, Partito di azione e solidarietà guidato da Sandu, rappresenta la parte della Moldavia che guarda a occidente, che vuole entrare nell’Unione europea e sganciarsi dall’influenza russa. Il 20 ottobre Sandu aveva già chiamato al voto i suoi concittadini per inserire nella costituzione un articolo che impegnasse il Paese a realizzare tutte le riforme necessarie per aderire all’Ue. In quel caso la maggioranza era stata ancora più risicata e il «sì» era passato per una manciata di voti.
Il voto di domenica conferma la spaccatura della Moldavia in cui, al netto dei proclami e delle accuse sulle presunte influenze russe, una parte significativa del Paese è ancora fortemente legata a Mosca. Senza contare la presenza dell’enclave separatista filo-russa della Transnistria, che attualmente è la base di 1.500 soldati russi, e dell’altra regione filo-russa a statuto speciale della Gagauzia. Proprio in virtù della presenza minacciosa delle truppe filo-russe lungo il suo confine sud-occidentale, può tirare un sospiro di sollievo l’Ucraina.
«KIEV SOSTIENE la scelta europea del popolo moldavo ed è pronta a lavorare insieme per rafforzare la nostra partnership» ha dichiarato Volodymyr Zelensky. Anche la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si è congratulata con Sandu: «Sono felice di continuare a lavorare con te per un futuro europeo per la Moldavia e il suo popolo». Il partito socialista, di contro, ha accusato la presidente di essere «riconosciuta soltanto da suoi sostenitori all’estero. Il popolo moldavo si sente tradito e derubato».
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