In Italia si è ripreso a volare: nei primi dieci mesi del 2022 il numero dei passeggeri, oltre 140 milioni, è più che raddoppiato rispetto al 2021, e appena il 15% in meno rispetto al 2019, ultimo anno prima dell’emergenza Covid-19. Il traffico delle merci, invece, risulta in crescita sia rispetto al 2021 (+3,4%) che al 2019 (2,5%): nel periodo gennaio-ottobre 2022 ne sono state movimentate quasi 900mila tonnellate, giustificando in qualche modo le richieste di allargare gi scali dedicati, senza tener conto in alcuni modo dell’esigenze di limitare i voli e le conseguenti emissioni.
Nel 2021, oltre il 70% dei cargo è atterrato a Milano Malpensa, che stato anche il secondo aeroporto per numeri di passeggeri (circa 9,6 milioni) dopo Roma Fiumicino, che ne ha visti 11,6 milioni e che rappresenta il secondo scalo merci del Paese. L’aeroporto lombardo che confina col Parco del Ticino ha movimentato circa 747 mila tonnellate (+44,7% rispetto al 2020). Nel 2021 anche il piccolo aeroporto di Brescia con circa 29,1 mila tonnellate di cargo movimentate ha registrato un ulteriore incremento del +35,4% rispetto al 2020, continuando così il trend di crescita già emerso (2020 vs 2019: +61,4%; 2021vs 2019: +118,5%).

La ripresa fotografata dall’Ente nazionale per l’aviazione civile è confermata dalle stime difusse a dicembre dall’Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata), che nel 2023 prevede un ritorno alla redditività per l’industria aerea globale, mentre le compagnie aeree continuano a ridurre le perdite derivanti dagli effetti della pandemia COVID-19 sulle loro attività nel 2022. Nel 2023, le compagnie aeree dovrebbero registrare un piccolo profitto netto di 4,7 miliardi di dollari, il primo dal 2019, quando i profitti netti del settore sono stati di 26,4 miliardi di dollari. Nel 2022, le perdite nette delle compagnie aeree dovrebbero essere di 6,9 miliardi di dollari, comunque un risultato comunque significativamente migliore rispetto alle perdite di 42,0 miliardi di dollari e 137,7 miliardi di dollari registrate rispettivamente nel 2021 e nel 2020.

Secondo Iata, i rendimenti dei passeggeri dovrebbero crescere dell’8,4%, fino a 438 miliardi di dollari (rispetto ai 239 miliardi di dollari del 2021). I ricavi del trasporto aereo di merci, che a livello globale hanno svolto un ruolo fondamentale nel ridurre le perdite anche negli anni della pandemia, dovrebbero invece raggiungere i 201,4 miliardi di dollari.

Si tratta di un miglioramento rispetto alle previsioni che la stessa Iata aveva avanzato a giugno, un dato che è sostanzialmente invariato rispetto al 2021 ma – e questo la dice lunga sui nostri insostenibili modelli di consumo – rappresentano un valore complessivo più che doppio rispetto ai 100,8 miliardi di dollari del 2019. Nel 2023, invece, il settore passeggeri dovrebbe generare ricavi per 522 miliardi di dollari e la domanda di passeggeri dovrebbe raggiungere l’85,5% dei livelli del 2019 nel corso del prossimo anno.