Due week end (il 22/23 e il successivo 29/30 giugno) per una immersione totale nella fotografia, alle porte di Roma. L’occasione è Castelnuovo Fotografia, il festival internazionale giunto alla sua undicesima edizione – la cui direzione artistica vede alla guida Michela Becchis e Elisabetta Portoghese – che ha il suo fulcro espositivo all’interno della Rocca Colonna e si dissemina poi nel borgo medievale.

QUEST’ANNO, la rassegna prevede venticinque mostre che cercano di indagare un tema caleidoscopico come Paesaggi dell’Utopia (nutrimento giovanile e anche apertura al futuro), attraverso le declinazioni di fotografe e fotografi presenti, incontri, talk, letture di portfolio, ricognizioni sull’editoria fotografica e una «carrellata» storica che ripercorre gli anni felici e la crescita culturale di questo appuntamento concepito a scatola cinese, con una sorpresa dentro l’altra: Castelnuovo Utopia proporrà infatti i «documenti visivi» della manifestazione negli scatti di Simona Filippini e Matilde Cenci.

FRA LE PERSONALI che proveranno a far brillare il focus scelto per l’edizione 2024, ci sarà quella del fotoreporter Uliano Lucas, con Altre voci altri luoghi, curata da Archivi della Resistenza. Ci sarà anche un altro maestro nella Rocca di Castelnuovo di Porto: Tano D’Amico porterà la mostra Bambini ribelliamoci, invitando a rileggere la storia – anche quella quotidiana – nelle pieghe della vitalità infantile, còlta trasversalmente in diversi strati sociali. La Lacedonia è invece al centro del viaggio visuale compiuto da Frank Cancian, oggi professore emerito di Antropologia in California, ieri giovane fotografo che negli anni ’50 carpì il mondo contadino e arcaico di una Italia in rapida trasformazione.
Uscendo dai confini nazionali, si sprofonda in un paese (nella sua realtà e nel suo immaginario) come il Myamar, con le Frozen Memories di Nge Lay e Freedom from fear di Mayco Naing (entrambe a cura di Naima Morelli), mentre Sergio Kurhajec (nato a New York nel 1971), sulla scia dello spaesamento introspettivo di Zabriskie Point, racconterà la Death Valley.

EMILIO NASSER, che vive fra la Svizzera e l’Argentina, riprenderà la leggenda della nave che appare nel lago di Zurigo, personificazione dei desideri: il suo Shipwreck of Dreams guarda alla vicenda di una scuola «nomade» suo malgrado, poiché non trova un luogo dove stabilirsi. Andrea e Magda si concetrano invece su Birth of a Utopia,  la nascita di Rawabi e la prima città in Cisgiordania fondata dai e per i Palestinesi.
L’utopia però ha in sé un’anima vagabonda e trova diverse strade su cui «camminare». si va dal progetto di Gabriele Stabile, Appunti per un libro mai pubblicato al System of Harmony di Marta Giaccone (a cura di Nazario Dal Poz), fino a Nocti di Paolo Dell’Elce e Come clorofilla di Yvonne De Rosa.

IL BANDO per la migliore fanzine attraversa come di consueto il festival: il concorso, dedicato ai giovani fotografi e alle loro sperimentazioni, assicurerà al progetto vincente la produzione di una mostra nella prossima edizione di Castelnuovo fotografia.