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In Cina, la «nuova normalità» è una crescita al 7%

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Cina A Pechino al via l’Assemblea Nazionale. Il premier Li Keqiang indica gli obiettivi

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 6 marzo 2015

L’Assemblea nazionale popolare, in Cina rappresenta quanto di più simile esista a un parlamento. È composta da quasi 3mila funzionari e ratifica decisioni stabilite dal governo. Parallelamente si svolge l’Assemblea consultiva, con oltre 2mila persone che rappresentano la Cina sotto diversi aspetti, dall’economia allo sport. La funzione di questa «seconda» assemblea è simbolica, ma rende l’idea di quanto si muove nei meandri della socialità cinese.

Complessivamente, si tratta di quell’evento che in Cina viene definito liang hui, le due sessioni. Si tratta di un momento importante per il paese, gli undici giorni nei quali vengono svelati alcuni obiettivi e più in generale viene offerta una fotografia della situazione economica e sociale. L’Assemblea nazionale è «aperta» dal discorso del premier. Li Keqiang, primo ministro cinese, ha parlato ieri, indicando i dati per la crescita e le priorità del governo cinese.

Economia e inquinamento
Il documento che ha letto ieri Li Keqiang celebra un concetto che da tempo circola in Cina, quello della «nuova normalità», ovvero la necessità di crescere «solo» al 7 per cento. Si tratta della crescita più bassa negli ultimi 20 anni, da quel 1990 seguito all’anno orribile, il 1989 e all’embargo subito dalla Cina dopo i fatti di Tiananmen. Trenta delle trentotto pagine del discorso del premier sono state dedicate al rallentamento dell’economia.

La Cina, ha detto Li, «deve conservare un equilibrio tra la necessità di assicurare una crescita costante e quella di promuovere aggiustamenti strutturali».

Le difficoltà «che affrontiamo quest’anno potrebbero essere maggiori di quelle dello scorso anno»; Li Keqiang ha poi sottolineato la necessità di lottare contro l’inquinamento, «una piaga per la qualità della vita delle persone e un problema che pesa sui nostri cuori». Il nuovo anno «è cruciale dal punto di vista dell’approfondimento di riforme a tutto campo» ha aggiunto.

Nei sondaggi che hanno preceduto l’Assemblea nazionale, i cittadini cinesi si sono espressi, sottolineando come principale preoccupazione il tema dell’inquinamento. Li ha promesso una serie di iniziative, dalla tutela delle foreste alla promozione dell’uso dei veicoli elettrici impegnandosi a contrastare il problema «con tutta la nostra energia: dobbiamo rispettare alla lettera le leggi per la tutela ambientale, colpire chi si rende responsabile di emissioni inquinanti ed assicurarci che paghino un prezzo alto per queste violazioni».

Lavoro e riforme
Come hanno scritto i media locali, riportando i dati rilasciati dal governo, «il ritmo di crescita dovrebbe rimanere stabile nel range ragionevole per creare almeno 10 milioni di nuovi posti di lavoro quest’anno, e mantenere il tasso di disoccupazione registrato al di sotto del 4,5 per cento, secondo il rapporto di lavoro». Il limite superiore di inflazione dei prezzi al consumo ha come obiettivo il 3 per cento quest’anno, in diminuzione rispetto all’obiettivo dello scorso anno del 3,5 per cento.

Il governo centrale ha inoltre fissato l’obiettivo annuale di crescita delle esportazioni al 6 per cento, rispetto al 7,5 per cento del 2014. «Il rapporto mostra che il governo continuerà a de-enfatizzare gli obiettivi di crescita e a mettere più peso sulla qualità dello sviluppo, che è caratterizzato da una struttura economica più equilibrata e sostenibile, una migliore distribuzione del reddito e meno danni per l’ambiente», ha detto al China Daily Wang Tao, capo economista in Cina di Ubs.

Made in China 2025
Come sottolinea il Wall Street Journal, «la scelta della strategia da parte dei leader cinesi, è una questione che avrà ripercussioni a livello globale. Un piano che mette in risalto la crescita a breve termine potrebbe dare una spinta ad un’economia mondiale che soffre per i disagi dell’Europa e per una ripresa instabile degli Stati uniti, ma potrebbe anche sollevare domande circa il ruolo di motore della crescita economica globale della Cina».

Rimangono problemi non da poco, elencati da ricerche compiute dai quotidiani locali. Disuguaglianza di reddito, assistenza sanitaria e le pensioni sono tra le principali preoccupazioni dei cittadini.
«Metteremo in atto la strategia “Made in China 2025”, ha detto Li Keqiang, cercando uno sviluppo basato sull’innovazione, rinforzando le fondazioni, perseguendo lo sviluppo verde e raddoppiando i nostri sforzi per migliorare la Cina, facendolo diventare da un produttore di quantità, uno di qualità». ed ecco lo scarto: la qualità, preoccupazione principale dei leader cinesi. Come arrivarci? Stando a Li Keqiang e il suo governo, una soluzione potrebbe essere quella di affidare un ruolo maggiore nell’economia alle imprese private, all’interno di mercato «aperto per dimezzare il numero di settori in cui è limitato gli investimenti esteri».

Aumentare i consumi e creare un «mercato interno capace di essere volano dell’economia, per i prossimi anni a venire», ha concluso Li.

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