L’ultimo assaggio di In-Box, il progetto lanciato nel 2009 da Straligut a favore di un teatro che da emergente rischiava di restare sommerso, concilia in un’unica partitura la triade «concorso, vetrina, festival». L’idea è interessante, complessa, anche strabica stante il mezzo video cui necessariamente si affida come metro di selezione, ma nobilmente finalizzata (sponsor Comune e Università senese, Regione e Fondazione Toscana Spettacolo) alla promozione di una creatività under 35 (di scrittura e allestimento) bisognosa di puntelli e occasioni «dal vivo» per farsi apprezzare. Ai vincitori non vanno targhe o pergamene, volubili trofei, ma concreti pacchetti: 19, 17, 10 repliche da spendere nella prossima stagione rispettivamente ai primi tre classificati. L’uscita In-Box 2023, passata fra i velluti dei Rozzi e dei Rinnovati, conferma il bello e il cattivo tempo delle ultime puntate: energia, avventurismo e decadentismo, impegno e divertimento, dma alla fine poca voglia di sorprendere, di oltrepassare la soglia delle buone pratiche.

A SCARDINARE il congegno ci prova il vincitore Sid. Fin qui tutto bene del torinese Cubo Teatro, col protagonista, un incandescente Alberto Boubakar Malanchino che però ne fa una «questione troppo privata», caoticamente rapper, per restituire credibilità al contrappasso di estrema, futuribile marginalità di cui il testo di Girolamo Lucania vuole farsi paradigma. Ai lati del podio Quasi una serata del Giardino delle ore, l’assurdo quotidiano di un magistrale Ethan Coen offerto in gestazione col pubblico, e Topi degli Usine Baug, il G8 di Genova, metafora di una perdita di senso che continua accecante, in perenne dialettica fra realismo e surrealismo. Infine Still Alive di Caterina Marino si porta a casa 6 repliche, insieme al premio In-Box Generation.