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In Belgio pochi tamponi, non ci sono e si pagano

In Belgio pochi tamponi, non ci sono e si paganoLa plenaria dell'Europarlamento – LaPresse

Europa Il basso numero di casi legato al numero di tamponi effettuati, ridotti per la penuria di prodotti reagenti. E il sistema di sanità privata fattura ai pazienti. Nessun contagio nelle istituzioni europee, ma l'Europarlamento rallenta le attività per precauzione

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 12 marzo 2020

Poco esteso (al momento) il contagio da coronavirus sul continente europeo. Il Belgio, il paese che ospita la sede delle istituzioni europee, conta 314 casi, 47 nella sola giornata di ieri e i primi decessi, tre.

Più preoccupante la situazione in Francia con 1.784 casi positivi e 33 decessi e in Spagna con 2.200 casi e 36 decessi. Il presidente francese Macron ha dichiarato nei giorni scorsi: «Siamo all’inizio dell’epidemia».

Nonostante la volontà di cooperare e uniformare le iniziative per arginare il contagio a livello europeo, le misure dei diversi paesi procedono in ordine sparso. L’approccio, rispetto al contesto italiano, è per ora di prudenza rispetto alla possibilità di fermare servizi pubblici, attività commerciali e produttive, per paura delle ripercussioni economiche.

Il primo ministro belga Sophie Wilmès ha voluto lanciare un messaggio rassicurante: «Siamo in una fase d’allarme 2 su una scala di 3, ma con formula rafforzata». L’esecutivo belga ha annunciato delle «raccomandazioni», ma nessun divieto.

Sconsigliati gli eventi di massa, al chiuso, oltre le mille presenze (vietati nella città di Bruxelles ma non ad Anversa). Scuole e università restano aperte, nessuna restrizione a uffici pubblici ed esercizi commerciali. Per limitare la propagazione del virus il governo consiglia ai cittadini di adottare un atteggiamento di social distancing, teso a limitare i contatti fisici con altri individui.

Il numero dei contagi in Belgio, relativamente piccolo, potrebbe essere legato al numero di tamponi effettuati, ridotti ai «casi necessari» a causa della penuria di prodotti reagenti necessari ad analizzare i campioni. Il Centro di epidemiologia delle malattie infettive del Belgio ha diramato un comunicato con cui annuncia «una priorità d’analisi per i campioni più urgenti in base al quadro clinico dei pazienti».

L’Inami (Istituto nazionale assicurazione malattia e invalidità) ha chiesto ai laboratori e ai centri ospedalieri di sospendere la fatturazione dei tamponi ai pazienti. In Belgio dove l’accesso al servizio sanitario è legato a una assicurazione medica (fornita dalle casse di mutuo soccorso, pubbliche o private), il tampone nei giorni scorsi è stato fatturato ai pazienti se non effettuato dall’ospedale universitario di UZ Leuven, accreditato dal governo come centro d’analisi dei casi da coronavirus.

La paura del contagio tocca anche le istituzioni europee. Ridotte le sessioni plenarie del Parlamento europeo e spostate dalla sede di Strasburgo (in Francia) a quella di Bruxelles (Belgio). Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha annunciato l’auto-isolamento volontario dopo un viaggio di lavoro in Italia.

Non si registra nessun caso di contagio al momento nell’insieme delle istituzioni comunitarie, ma diverse persone in quarantena a titolo precauzionale.

Intanto la Polonia, che conta pochi casi (22), ha istituito i controlli alla frontiera e la chiusura delle scuole nella regione occidentale di Poznan, al confine tedesco.

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