Italia

In attesa della Consulta, desacralizzare l’embione

Diritti L’8 aprile prossimo la Corte costituzionale si pronuncerà anche sul divieto di fecondazione eterologa imposto dalla legge 40. E venerdì si apre a Roma il terzo Congresso mondiale per la libertà di ricerca scientifica con una sessione di discussione sulle staminali embrionali organizzata dall’Associazione radicale Luca Coscioni

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 4 aprile 2014

Alcune libertà individuali fondamentali sono schiacciate da leggi distratte e coercitive. Ecco un esempio: «Sono in menopausa precoce da quando avevo 28 anni. Ora ne ho 33 e con l’uomo che amo vorremmo accedere all’ovodonazione. In Italia però è vietata, e allora siamo partiti per la Spagna in attesa di un tribunale che intervenisse sul divieto…. Gli anni passano, la mia salute peggiora e non posso più fare altri tentativi. Abbiamo donato alla ricerca scientifica i tre embrioni che ci erano rimasti. Abbiamo dovuto rinunciare. La legge 40 ci ha impedito di avere una famiglia». La storia di questi miei assistiti è la storia di tante vittime della legge 40 del 2004 sulla Procreazione medicalmente assistita. Questa norma ha trasformato il diritto di accesso a tecniche mediche (cure) previsto per tutti i cittadini e garantito dalla Carta Costituzionale in possibilità consentita solo ad alcuni in modo limitato. Questa norma del 2004 per ben 29 volte è finita dinanzi ai Tribunali, costringendo le famiglie a difendere i loro diritti dinanzi ad un giudice. La Corte Costituzionale dopo aver cancellato nel 2009 una parte della legge 40 il prossimo 8 aprile sottoporrà nuovamente a verifica di costituzionalità la norma sul divieto di applicazione di tecniche eterologhe (con donatore esterno alla coppia). E’ attesa a breve anche ulteriore udienza su accesso alle tecniche di fecondazione assistita per coppie fertili portatrici di patologie genetiche (l’Italia nel 2012 è già stata condannata dalla Corte Edu) e anche su embrioni non idonei ad una gravidanza da utilizzare a fini scientifici, divieto su cui si pronuncerà il prossimo 18 giugno la Grande Camera della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

L’Associazione Luca Coscioni ha organizzato durante i lavori del Terzo incontro del Congresso Mondiale per la libertà di ricerca scientifica, promosso anche dal Partito radicale, una sessione dal titolo «Difendere la ricerca dalle minacce integraliste», a pochi giorni – il 10 aprile – dall’udienza pubblica al Parlamento europeo della petizione popolare europea «Embrione Uno di Noi», che ha lo scopo di bloccare la ricerca sugli embrioni e l’aborto legale. All’interno della sessione si discuterà nel dettaglio di «Embrioni umani per la salute e la ricerca», grazie alla partecipazione di esponenti dell’Eshre (European society for human reproduction), assieme ad associazioni di malati. Interverrà anche Oliver Brüstle, professore di Neurobiologia rigenerativa della University of Bonn Medical Center, ricercatore tedesco che aveva presentato ricorso contro Greenpeace perché si era visto negare dai tribunali del suo Paese la brevettabilità di una terapia con staminali umane che avrebbe comportato la distruzione dell’embrione ma avrebbe potuto avere un impiego terapeutico nel Parkinson. Ci saranno anche María Eugenia Venegas, membro dell’Assemblea legislativa del Costa Rica e Ana Virginia Calzada, già presidente della sezione Costituzionale della Suprema corte di giustizia del Costa Rica a discutere degli sviluppi che hanno fatto seguito alla sentenza con cui la Corte interamericana dei diritti dell’uomo ha cancellato in Costa Rica, appunto, il divieto di fecondazione in vitro, grazie anche all’intervento dell’Associazione Luca Coscioni e del Partito Radicale. In particolare valuteremo con loro le iniziative da intraprendere per far rispettare la sentenza della Corte in tutto il continente americano e respingere i tentativi in atto sia in Europa che in America di sacralizzare l’embrione per legge.

Il Terzo Incontro del Congresso mondiale per la libertà di ricerca scientifica, che si terrà dal 4 al 6 aprile a Roma – il primo giorno alla Camera dei deputati, e il secondo e terzo giorno al Campidoglio – , è intitolato «colmare il divario tra scienza e politica» (http://www.freedomofresearch.org/): una buona occasione per riflettere sugli strumenti forniti dal metodo scientifico per uscire da forzature ideologiche e proibizioniste nel processo decisionale, per garantire l’autonomia del cittadino contro le imposizioni di uno Stato Bioetico, per non frenare lo sviluppo sociale, culturale ed economico di un Paese.

*Segretaria dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica

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