In arrivo le linee guida per il rientro nelle aule, l’Iss avverte: «No alle fake news»
Protocollo sicurezza Anche il Comitato tecnico scientifico al lavoro per le linee guida. Il viceministro Sileri: «Sulla responsabilità penale dei presidi si deve agire come già fatto con il personale sanitario»
Protocollo sicurezza Anche il Comitato tecnico scientifico al lavoro per le linee guida. Il viceministro Sileri: «Sulla responsabilità penale dei presidi si deve agire come già fatto con il personale sanitario»
Una catena di post sui social e nei gruppi Whatsapp ha messo in allarme il governo: «Il 14 settembre non autorizzo nessun personale della scuola a isolare mia figlia se si dovesse presentare qualche linea di febbre» recita l’incipit del testo che ha continuato a circolare con il copia e incolla, alimentando la paura che gli alunni possano essere sottratti alle famiglie ai primi sospetti di contagio. Alla fine è stata necessaria la smentita ufficiale dell’Istituto superiore di Sanità e del ministero dell’Istruzione: «Sono da considerare fake news tutte le notizie che riportano che l’alunno possa essere affidato all’autorità sanitaria, mentre è la figura del genitore che è chiamata a gestire tutti i percorsi».
L’ISS DOVREBBE COMUNICARE oggi le linee guida a cui attenersi. Il Protocollo sicurezza (siglato dal ministero dell’Istruzione e dai sindacati, integrato dal documento redatto dall’Iss) dovrebbe prevedere: se uno studente, un professore o un dipendente avrà sintomi compatibili con il Coronavirus sarà portato nella «sala Covid» da un adulto con mascherina (nel caso di minore), il referente scolastico per il Covid chiama i genitori dell’alunno, i genitori portano il ragazzo a casa e avvisano il medico di famiglia che allerta l’Asl. Se il tampone è positivo il referente scolastico fornisce all’Asl i nomi di alunni e docenti che sono stati a contatto. La classe e i docenti saranno messi in quarantena, le aule sanificate. Si potrà tornare a scuola solo dopo due tamponi negativi. Se c’è un elevato numero di assenze in una classe (almeno il 30, 40%) il referente scolastico deve avvisare l’Asl. Se un’intera classe è in quarantena si attiva la didattica a distanza.
È ALLO STUDIO LA POSSIBILITÀ di effettuare test molecolari rapidi. Nel protocollo si farebbe comunque riferimento ai tamponi tradizionali, ma si indica come possibilità allo studio quella di svolgere i test a risposta rapida, come agli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, che consentono in mezz’ora di avere il risultato. La sicurezza tra i banchi passerà anche dai percorsi elaborati dal Comitato tecnico scientifico in due riunioni. La prima oggi sul distanziamento, il protocollo da adottare in caso di contagio, l’utilizzo dei mezzi pubblici (le regioni propongono l’installazione di parafiati laterali per aumentare la capienza a bordo); la seconda il 29 agosto per stabilire, in base all’andamento epidemiologico, se si dovranno imporre i dispositivi di sicurezza nelle classi o magari il rientro tra i banchi diversificato tra regioni (sostituito dalla didattica on line).
DAL CTS RESTA FERMA la necessità di rispettare la distanza di un metro e l’utilizzo della mascherina nelle parti comuni degli istituti. Altro punto dolente è l’arrivo dei banchi singoli. Per il Cts, in caso di ritardi, si può prevedere una «situazione ponte»: gli alunni potrebbero sfruttare gli spazi esterni o le tensostrutture e, solo in casi limite, la mascherina in classe.
LA MINISTRA DELL’ISTRUZIONE, Lucia Azzolina, si è appellata alla «collaborazione» degli enti locali per reperire gli spazi necessari. Oggi ha convocato una riunione con il commissario straordinario Domenico Arcuri, Anci, Upi e sindacati sui criteri per la distribuzione dei banchi, la cui consegna dovrebbe terminare entro ottobre. «La scuola deve riaprire – ha spiegato il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri -. I giovani resistono tantissimo al contagio però possono portare il virus a casa». E sulla responsabilità penale dei presidi: «Qualcosa si deve fare come con la responsabilità del personale sanitario che combatte il Covid. Non può esserci responsabilità del singolo».
DALL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PRESIDI, Antonello Giannelli, ha chiarito: «Mi aspetto che si definisca per bene il protocollo da seguire in caso di sospetto positivo. Dal 14 settembre avremo oltre 8 milioni di alunni che ritornano, più un milione abbondante di dipendenti e una ventina di milioni di genitori che se li vedono ritornare a casa. Si tratta di 30 milioni di persone. Uno stesso docente visita 3, 4 o 5 classi in uno stesso giorno, tutto questo richiede un’attenzione che probabilmente altri ambienti di lavoro non richiedono». L’Associazione nazionale Insegnanti e formatori mette in luce il tema dello smart working: «Con il decreto 104 del 14 agosto, il personale Ata non potrà più esercitare il lavoro agile, anche quando sarebbe utile vista la crescita della curva dei contagi».
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