In arrivo la bacchettata Ue, ma solo dopo le elezioni
Manovra Una lettera sui nostri conti pubblici ci verrà recapitata il 22 novembre, ma poi la correzione verrà chiesta in maggio. Il deficit si discosta dello 0,3% rispetto agli impegni presi con Bruxelles. Polemica tra il commissario «falco» Katainen e il sottosegretario Gozi
Manovra Una lettera sui nostri conti pubblici ci verrà recapitata il 22 novembre, ma poi la correzione verrà chiesta in maggio. Il deficit si discosta dello 0,3% rispetto agli impegni presi con Bruxelles. Polemica tra il commissario «falco» Katainen e il sottosegretario Gozi
La Commissione europea ha deciso di rimanda le sue valutazioni definitive sulla legge di Bilancio italiana a maggio, dopo le elezioni politiche. Ma ieri il collegio dei commissari ha comunque fatto trapelare che un primo giudizio arriverà già il 22 novembre, sotto forma di una lettera: testo in cui Bruxelles chiederà chiarimenti sui nostri conti e soprattutto il rispetto degli impegni presi in sede europea. Nel mirino, in particolare, gli obiettivi sul deficit, da cui il nostro governo si discosterà quest’anno di 0,3 punti (pari a circa 5 miliardi di euro): e dunque in maggio potrebbe essere necessario rimettere mano al portafogli, con una manovra correttiva, come è già avvenuto d’altronde la scorsa primavera.
UNA LINEA «MORBIDA», quella scelta dalla Commissione, per accompagnare senza scosse eccessive la fine della legislatura e il lavoro del governo Gentiloni, ma senza escludere ovviamente un redde rationem che verrà recapitato al prossimo esecutivo. E d’altronde non sono mancate le scintille, innescate da uno dei «falchi» di Bruxelles, il vicepresidente Jyrki Katainen.
L’opinione della Ue sulle leggi di Bilancio arriverà «la prossima settimana e non voglio anticiparla – ha spiegato il commissario – ma il fatto è che tutti possono vedere dai numeri che la situazione in Italia non migliora». «L’unica cosa che posso dire a nome mio – ha poi aggiunto – è che tutti gli italiani dovrebbero sapere qual è la vera situazione economica in Italia», ovvero «una deviazione dagli obiettivi di medio termine per quanto riguarda il saldo strutturale».
KATAINEN NON SI È fermato qui, e ha fatto esplicito riferimento alle elezioni: «Abbiamo avuto una discussione molto approfondita sulla situazione complessiva di bilancio nell’Unione economica e monetaria, specialmente in Italia – ha spiegato riferendo della riunione del collegio dei commissari – L’orientamento di base è che dobbiamo essere onesti e far conoscere ai cittadini la situazione reale». Alla gente può non piacere «ciò che dice la Commissione, ma dobbiamo essere onesti. Specialmente – ha concluso – nei Paesi in cui ci sono elezioni in vista, la gente deve sapere qual è la situazione reale, e poi possono decidere liberamente quello che vogliono decidere».
A stretto giro è arrivata la risposta del governo italiano, attraverso il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi: «Noi diciamo sempre la verità agli italiani, non so cosa volesse dire Katainen – ha replicato Gozi – e siamo anche fiduciosi che il progetto di legge di bilancio vada nella giusta direzione: la nostra posizione è conforme agli obiettivi comuni e agli impegni perseguiti dall’Italia».
DALLE STIME DELLA UE risulta che il bilancio in termini strutturali dell’Italia peggiorerà nel 2017 di 0,4% del Pil, passando da 1,7% nel 2016 al 2,1%, per poi scendere nel 2018 al 2% e risalire nel 2019 al 2,4%. Nello stesso tempo, il debito/Pil «non è atteso scendere sotto il 130%» nel periodo di previsione (2017-2019). Il governo ha «costruito» la manovra 2018 su una riduzione del bilancio in termini strutturali limitata allo 0,3% del Pil a fronte di una prescrizione teorica di 0,6% del Pil.
Si tratta, come abbiamo già detto, di uno scarto rispetto agli impegni presi con Bruxelles di circa 5,1 miliardi di euro. Quale cifra però l’Italia sarà chiamata a correggere nella prossima primavera (se questi 0,3 punti o magari solo 0,2), si potrà sapere appunto nel report Ue di maggio con il giudizio definitivo.
INTANTO UNA BOCCATA di ossigeno è venuta dai dati Istat diffusi ieri, che danno nel terzo trimestre del 2017 una crescita tendenziale oltre tutte le attese, la più alta registrata dal 2011: all’1,8%. Positivo anche il dato congiunturale, allo 0,5%. Confermato l’obiettivo di un aumento del Pil all’1,5% come dato generale per quest’anno.
L’Europa fa comunque meglio. Secondo le stime flash diffuse ieri da Eurostat, sempre nel terzo trimestre del 2017 il Pil della zona Ue a 28 è salito dello 0,6% congiunturale, con una crescita su base annua del 2,5%.
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