In apnea con Bill Viola
Non poteva riaprire con un artista più in linea con i nostri tempi di sospensione interiore, Palazzo Bonaparte a Roma, che torna al pubblico – dopo la pandemia – ospitando le apnee inconsce e consapevoli del pioniere della videoarte Bill Viola. Icons of Light è un itinerario immersivo che vuole essere soprattutto una meditazione spirituale (visitabile fino al 26 giugno, a cura di Kira Perov, moglie dell’artista e direttrice esecutiva del Bill Viola Studio; la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia, catalogo Skira).
Accade così che nelle eleganti sale che videro la presenza di Madama Letizia Ramolino Bonaparte, madre di Napoleone I, al posto di luce e fasti cali la penombra del pensiero, il buio che ricopre spesso quel passaggio fra vita e morte, indagato senza sosta dall’artista fin dagli anni Settanta, in quarant’anni di intensa ricerca.
Nella selezione che propone quindici lavori di diversi periodi di produzione, si annida un album esistenziale da sfogliare aprendo mente e cuore, lasciando pulsare le proprie emozioni in un gioco di specchi. Sono immagini che ci interrogano con grande potenza, in questi anni difficili. Apparizioni, sparizioni, falsi riflessi, improvvisi scardinamenti temporali. E ancora, passeggiate metafisiche lungo filari di alberi boschivi, cornice inaspettata delle nostre «non mete», acque che in gorghi inghiottono e restituiscono corpi, sogni, ricordi, desideri, paure; movimenti al ralenti per testimoniare lo straniamento, smorfie di sofferenza dove il dolore è fuori quadro, ritratti senza respiro, un martirologio di struggente bellezza che provoca spaesamento nell’etica dello sguardo. Infine, icone dell’arte in via di resurrezione: prendono vita irrorando il mezzo digitale di affetti e passione (quell’ipnotico «rinascimento elettronico» che è The Greeting, ispirato alla Visitazione di Pontormo).
Il viaggio nelle profondità umane è anche la migrazione degli Ancestors in cammino nei deserti della terra, così come l’attraversamento liquido di un confine, fluttuazioni subacquee di eterni ritorni. Un artista, Bill Viola, che è anche un mistico. «Nella società di oggi sui video grava la responsabilità di servire da criterio del vero. La mia sensazione è che l’arte contemporanea, e anche la filosofia, abbiano a lungo trascurato le energie fondamentali del nostro essere».
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