Lo scontro sull’Imu, riaperto due giorni fa dal ministro dell’Economia Saccomanni, arriva ai piani alti. Ieri è intervenuto Silvio Berlusconi, che ha ribadito la centralità dell’abolizione totale di questa tassa sulla prima casa come cardine di tenuta del governo. «La nostra battaglia sull’Imu è una battaglia di libertà – afferma l’ex premier in una lunga nota diffusa nel pomeriggio – L’80% delle famiglie italiane sono proprietarie della casa in cui abitano e sulla casa fondano la certezza del loro futuro». «Già nel 2008 – continua il Cav – il nostro governo cancellò l’Ici e l’impegno che abbiamo preso nell’ultima campagna elettorale, quello stesso impegno che è alla base dell’accordo che ha portato alla formazione del governo di larghe intese, è chiaro: l’Imu sulla prima casa e sui terreni e fabbricati funzionali alle attività agricole non si deve più pagare. Dal 2013 e per tutti gli anni a venire».

Queste affermazioni hanno fatto rinsaldare tutto il Pdl intorno al suo capo, ferito dall’ultima condanna e in predicato di perdere il seggio senatoriale (e la possibilità di continuare a fare politica), mentre dall’altro lato hanno sollevato le proteste del Pd, che sul punto evidentemente – nonostante tutti i rospi ripetutamente ingoiati – non vuole cedere. Con l’eccezione di Enrico Letta, che per il suo delicato ruolo di presidente del consiglio della strana maggioranza tex-mex, è stato un po’ più cauto e generico, e ha cercato invece di mediare.

Il fuoco di fila contro Saccomanni è così perfetto: attaccano Brunetta, Capezzone, Gelmini, Gasparri, Cicchitto, tanto per fare alcuni nomi.

La prima a ribattere al Cavaliere è invece la senatrice Pd Anna Finocchiaro: l’abolizione dell’Imu sulla prima casa richiesto dal Pdl, ha spiegato, «non rientra nei programmi del governo Letta, che ha invece assunto l’impegno di una rimodulazione della tassazione sugli immobili». «Il ministro Saccomanni – ha continuato la parlamentare siciliana – ha avanzato, in modo serio, una serie di ipotesi per arrivare a una soluzione equilibrata della questione Imu: su questa base, credo che sarebbe opportuno sgombrare il campo, una volta per tutte, da strumentalizzazioni politiche, da ultimatum e da operazioni di propaganda».

E se a esprimersi sono diversi esponenti democratici, tutti sulla stessa linea, dal viceministro all’Economia Stefano Fassina a Matteo Colaninno, a mettere il suggello dell’«ufficialità» è il segretario Guglielmo Epifani, in questi giorni molto attaccato dal fronte del Pdl per le posizioni espresse in merito alla condanna di Berlusconi: «Berlusconi sbaglia – ha spiegato il segretario del Pd – Nel discorso programmatico che ha ricevuto la fiducia del Parlamento, Letta ha detto: “Superare l’attuale sistema di tassazione della prima casa e dare tempo a governo e Parlamento di elaborare e applicare una riforma complessiva che dia ossigeno alle famiglie, soprattutto a quelle meno abbienti”. Ora il governo su questa indicazione trovi una soluzione equa».

E tempo, per evitare rotture che porterebbero certamente a una crisi di governo, chiede evidentemente anche il premier Letta: «Sono convinto che ci sarà una sintesi a fine mese – spiega il presidente del consiglio – Ora è meglio discutere nel merito delle 9 proposte sull’Imu fatte dal ministro Saccomanni e non fare polemiche».
Anche Flavio Zanonato, ministro alle Attività produttive, indica una dead line , fissandola per «il 31 agosto», e invitando a guardare a quelle di Saccomanni come a delle «ipotesi», mentre «il governo farà la sua proposta il 31 agosto».

Vale la pena infine tornare sulla nota di Berlusconi, perché analogamente a un testo diffuso nelle ultime settimane da Renato Brunetta, offre un’analisi economica sull’abolizione dell’Imu, e di come questa misura potrebbe bastare da sola a far ripartire il Paese: «Secondo il rapporto immobiliare 2013 dell’Associazione Bancaria Italiana e dell’Agenzia delle Entrate – fa notare il capo del Pdl – il mercato delle compravendite di immobili in Italia è letteralmente crollato nel 2012, facendo registrare il peggior risultato dal 1985. Nello stesso 2012 si è avuto un calo record anche nel valore degli immobili, il secondo maggior calo dal 1980. Per gli “scettici dell’Imu” sottolineiamo che nel 2011 gli occupati nelle costruzioni erano 1, 847 milioni crollati a 1,694 a fine 2012, per effetto dell’introduzione dell’Imu da parte del governo Monti. Si sono persi 150 mila posti di lavoro solo nell’edilizia, senza considerare l’indotto».

«Quanto è avvenuto, di negativo, nel 2012 – conclude Berlusconi – ci porta a sostenere, a contrariis, che nel 2013 l’eliminazione dell’Imu consentirà di rilanciare il settore immobiliare. Liberare adesso 4 miliardi, attraverso l’eliminazione dell’Imu sulla prima casa, permette di aumentare il reddito disponibile delle famiglie».