Imparare a seminare correttamente. Parliamo di semine casalinghe, in vasi e fioriere o in ogni caso per orti o giardini. E’ una bella avventura per la mente, per le mani e per gli occhi. Imparare insegnando, a dei bambini, è una cosa che arricchisce ed istruisce e nutre l’anima di infinite e delicate sfumature.

Ne accennava Fritjof Capra nel suo bel libricino Abc, l’orto per bambini, ma tutti possono capire, nella pratica, quanto ciò sia vero. La moderna semina industriale, ettari ed ettari di terreno sconfinato, realizzata con macchinari neppure lontanamente è capace di evocare quel bel gesto, celebrato da Victor Hugo nella sua bella poesia dedicata all’augusto gesto del seminatore, un contadino che, egli immagina, se ne va speranzoso, dopo il tramonto, col fresco, seminando lungo i solchi del suo campo.

Partiamo dall’inizio. Il terriccio destinato alla semina in vaso deve essere bello setacciato, poroso, soffice, è la culla dove germineranno i nostri semi, curiamo che sia il migliore possibile. Se cominciamo con l’apprendere ai nostri bambini, che siano figli o scolari di un orto didattico, adottiamo la precauzione di usare sementi dalla germinazione facile: il basilico, ne esistono di diverse varietà, cominciamo da questo, e qualche altra essenza altrettanto facile come la calendula, e qualcuna più capricciosa, il prezzemolo, per esempio.

Si semina, lasciamolo fare ai bambini, interrando il seme per la sua stessa grandezza, praticamente a spaglio, regolarmente sulla superficie del terriccio. A luna calante per basilico e prezzemolo, a luna crescente, per la calendula. Dopo avere sparso la semente sul terriccio, innaffiamo leggermente con l’innaffiatoio a roselline, pioggerella leggera. A seconda del tempo che fa, rinnoviamo l’innaffiatura quando vediamo il vaso troppo leggero.

Un trucco per accelerare la germinazione, semplice, è quello di appoggiare una lastra di vetro sui bordi del vaso: aumentando il calore, ci vuole meno tempo, creiamo una piccola serra. Impariamo, osserviamo che il basilico, i tondi semini neri, si avvolgono come di una gelatina bluastra, qualche giorno dopo, spunteranno dei puntini verdi. Si chiamano dicotiledoni, sono le prime minuscole foglioline, verdi o rosse, a seconda della varietà di basilico che avremo seminato.

Lasciamo che gli occhi si meraviglino, che ogni giorno i bambini imparino ad osservare. La calendula, fiore commestibile, ha i semi a forma di falcetta, facilmente da queste si dipartiranno i dicotiledoni, due linguette in direzioni opposte. Il basilico presenta due lunette, il prezzemolo, quello ci farà aspettare di più, due foglioline strette saranno il primo loro germoglio.

Imparare a distinguere le nostre essenze quando germinano è vitale, insegnano l’attesa e la cura. Col passare del tempo, lasciamo che i bambini imparino a farlo da soli.

Poco alla volta, possiamo introdurre essenze più rare e difficili, Così, partendo da vasi da geranio, semplicemente, avremo gettato il seme della curiosità e della passione. Non importa che si faccia per gioco, per esercitazione o per cos’altro: il gesto del seminare, riveste in sé un carattere sacro, è un rito che si perpetua da millenni.

Partiamo dal nostro vaso sul balcone, si comincia da questo. E’ una presa di coscienza di più ampio respiro, è una necessaria ri-evoluzione, per il pianeta, per noi stessi, per i bambini.