Immagina il punto di sintesi
Jazz Track «Cercare un punto di sintesi tra culture musicali diverse», scrive il musicologo Stefano Zenni nelle note di Journey into Jazz (Notami). Il cd – inciso da Filiberto Palermini Jazz 5tet […]
Jazz Track «Cercare un punto di sintesi tra culture musicali diverse», scrive il musicologo Stefano Zenni nelle note di Journey into Jazz (Notami). Il cd – inciso da Filiberto Palermini Jazz 5tet […]
«Cercare un punto di sintesi tra culture musicali diverse», scrive il musicologo Stefano Zenni nelle note di Journey into Jazz (Notami). Il cd – inciso da Filiberto Palermini Jazz 5tet e Orchestra Filarmonica del Piceno, direttore Daniele Moles – propone la composizione di Gunther Schuller del 1962, in prima registrazione assoluta con testo in italiano. Schuller (cornista, compositore, didatta, divulgatore…) teorizzò, nei policentrici anni Cinquanta del jazz, la Terza Corrente, un filone che unisse in modo creativo il jazz stesso con la musica europea classico-contemporanea. Teoria a parte, scrisse varie partiture in tema, da Jumpin’ in the Future (1947) ad Abstractions (’59). Journey into Jazz – For Narrator, Jazz Ensemble and Small Orchestra (testo di Nat Hentoff, intellettuale, produttore e attivista) – è un brillante esempio di composizione didascalica con protagonista un giovane trombettista che vuole imparare valori e pratica del jazz. Rientra nelle opere divulgative del periodo e conserva un suo valore, anche se classica e jazz si sposano in un solo episodio. La tromba è quella, eccellente, di Fulvio Sigurtà. Completano il meritorio cd brani odierni di «Terza Corrente»: The Perfect Family di Alberto Giraldi, Morning Sunrise di Marco Postacchini, il pregevole In a Mist? in cui Palermini rilegge, modernizzandolo, Bix Beiderbecke. Anche nell’album Miserere (Parco della Musica Rec.) si cerca il «punto di sintesi». Qui abbiamo un brillante e affermato solista, compositore e didatta jazz quale il saxaltista Rosario Giuliani, un apprezzato organico classico (il MAC Saxophone Quartet: S. Pecci, L. Lanzarini, A. Sebastianutto e V. Funaro), un esperto arrangiatore come Mario Corvini e dieci brani di autori italiani «classici», da Guido d’Arezzo e il Laudario di Cortona sino al binomio Rossini-Donizetti (passando per Gabrieli, Palestrina, Allegri, Monteverdi, Corelli e Vivaldi). Il MAC teorizza «il futuro della tradizione», mentre Giuliani parla di giganti che ispirano giorno dopo giorno. Corvini ha creato arrangiamenti che esaltano i cinque sassofoni adattandoli a musiche tanto diverse quanto ispiratissime, lasciando a Rosario Giuliani quegli spazi di improvvisazione che fanno ulteriormente fremere e rendono ancora più affascinanti le riletture di così importante patrimonio.
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