Ilva, «la nuova società in tre mesi»
Sviluppo economico La ministra Guidi incontra i sindacati e promette tempi stretti. Per Landini (Fiom) il decreto varato dal cdm «è un punto da cui partire per evitare una svendita o una perdita strategica»
Sviluppo economico La ministra Guidi incontra i sindacati e promette tempi stretti. Per Landini (Fiom) il decreto varato dal cdm «è un punto da cui partire per evitare una svendita o una perdita strategica»
È durato poco meno di due ore l’incontro tra la ministra dello Sviluppo Economico Federica Guidi e i rappresentanti nazionali di Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil e Ugl, durante il quale sono state illustrate le linee guida dell’ultimo decreto sull’Ilva varato dal Consiglio dei Ministri alla vigilia di Natale. All’incontro ha presenziato anche l’attuale commissario Ilva Piero Gnudi.
La ministra Guidi, si legge nel report di palazzo Piacentini, ha esposto «le opportunità che il Governo ha tenuto in considerazione nell’intraprendere il percorso che porterà l’Ilva verso l’amministrazione straordinaria» e i passaggi significativi che prevedono, in particolare, «l’affitto del ramo d’azienda ad un veicolo societario a controllo pubblico in grado di effettuare gli investimenti di ambientalizzazione e di manutenzione per il rilancio dell’azienda».
Il ministro ha assicurato ai sindacati tempi stretti in tutte le fasi della procedura che partirà, come previsto, non prima del 14 gennaio, allo scopo di completare il pagamento degli stipendi ai dipendenti diretti dell’Ilva (oltre 11mila a Taranto e 1870 a Genova). Subito dopo si avvierà formalmente l’iter per l’ammissione dell’Ilva all’amministrazione straordinaria con la nomina di uno o tre commissari straordinari. Nell’arco di 2-3 mesi si arriverà poi alla costituzione della nuova società a controllo pubblico: tutta la procedura dovrebbe concludersi in 24/36 mesi.
L’amministrazione straordinaria, secondo il piano del governo, nei prossimi 3 mesi cederà in affitto gli asset dell’azienda e i rapporti di lavoro con i dipendenti ad una new.co pubblica. La quale potrà utilizzare risorse provenienti da un contenzioso ambientale sorto con i Riva della vecchia Italsider (Fintecna ha accantonato in titoli pubblici 140 milioni di euro per interventi di bonifica a Taranto, fondi mai usati), «finanziamenti della Banca Europea degli investimenti, e al solo scopo di ambientalizzazione l’1,2 miliardi sequestrati alla famiglia Riva».
Le parti torneranno a riunirsi nella seconda metà di gennaio. Secondo quanto si è appreso, il decreto potrebbe essere firmato già oggi dal presidente della Repubblica.
Diverse le reazioni dei rappresentanti nazionali dei sindacati metalmeccanici. Per Maurizio Landini, segretario nazionale della Fiom, il decreto varato dal Cdm «è un punto da cui partire per evitare una svendita o una perdita di una produzione strategica». «Quello che si può realizzare a Taranto – ha detto Landini – può avere valore generale per tutta l’Italia. Valuto positivamente il fatto che il governo abbia assunto in questa vicenda un ruolo strategico». «L’Ilva può ancora diventare il più grande progetto di ambientalizzazione e riqualificazione industriale, ma serve un Governo che assuma il rilancio della siderurgia e dell’industria come priorità vera del paese».
«Da subito – ha commentato il segretario generale Fim Cisl Marco Bentivogli – bisogna costruire un cronoprogramma che metta in sicurezza i lavoratori e riprenda l’ambientalizzazione e programmi un approdo societario stabile al termine dell’intervento pubblico». «Il risanamento dell’Ilva sarà un percorso impervio e importante che seguiremo con grande attenzione» ha sostenuto il segretario generale della Uilm Rocco Palombella, che ha confermato che «non ci saranno soggetti privati che interverranno direttamente nella new.co a controllo pubblico». «Sul tavolo restano problemi di carattere economico e finanziario, legati al reperimento dei fondi necessari a rendere di nuovo l’azienda appetibile dal punto di vista operativo per una successiva vendita a privati». È quanto sottolineato dal segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici, Maria Antonietta Vicaro, che pretende «un progetto solido che possa dare un futuro a lungo termine all’Ilva e alle sue migliaia di lavoratori. Altra questione da risolvere è il pagamento degli stipendi dei lavoratori dell’indotto».
Infine, proprio ieri si è risolto il «giallo» sulla fornitura del gas al siderurgico. L’Autorità per l’energia ha infatti prorogato fino al 31 gennaio 2015 l’efficacia della fornitura di gas per l’Ilva di Taranto, evitandone l’interruzione altrimenti prevista per ieri.
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