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Illusionismi e maledizioni, pagine estive per ragazzi

Illusionismi e maledizioni, pagine estive per ragazziIllustrazione di Quentin Blake da «La famiglia meravigliosa»

Percorsi di lettura Infanzie e adolescenze classiche, avventurose, poetiche e anche un po’ paurose

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 9 luglio 2022

Quentin Blake e John Yeoman sono «colleghi» di divertimento e difendono da almeno cinquant’anni un sodalizio artistico iniziato fin dai tempi della scuola. Insieme – il primo con la sua arte raffinata e ironica del disegno che spesso ha fatto da controcanto ai racconti di Roald Dahl, il secondo con la sua scrittura impertinente – hanno realizzato diversi capolavori, libri frizzanti, che in genere invitano all’allegria, come Il cavallino ammaestrato, Lavandaie scatenate, Piume in libertà, Beatrice e Vanessa.

Ora le edizioni Clichy propongono Ecco a voi… la famiglia meravigliosa (pp. 48, euro 19), in cui zii un po’ magici e forse non con tutte le rotelle a posto compiono azioni per coltivare lo stupore di chi guarda, dagli esercizi di illusionismo ai coltelli che affettano corpi, i quali – miracolosamente – rimangono intatti, fino a bambini che esplorano il mondo in solitudine senza la pedissequa guida adulta, sia gattonando su per gli alberi sia intrugliando in cucina con mille ingredienti all’apparenza impossibili. C’è anche la più giovane zia Giada, che volteggia per strada e cattura topi per poi coinvolgerli in scatenati tip tap (in memoria del pifferaio magico). Insomma, sfila fra le pagine dell’albo una di quelle famiglie speciali cui può dare un volto solo Quentin Blake col suo tratto irriverente.

Per completare con le letture di vecchie conoscenze, in questo caso di una grande autrice americana, continua la meritoria opera della casa editrice Il Barbagianni che si è rivolta a Beverly Cleary, autrice scomparsa l’anno scorso a 104 anni, pubblicando in Italia i suoi libri. Nata in Oregon e poi vissuta in una fattoria, si è immersa nella lettura fin da piccola, racimolando romanzi dove poteva ma rimanendo spesso insoddisfatta dalle storie che si trovava a sfogliare. Così, da adulta, ha lasciato venire al mondo Ramona Quimby, ragazzina vulcanica e con lei ha attraversato le praterie della letteratura. E quando i suoi piccoli lettori le chiedevano dove trovasse le sue idee, lei rispondeva serafica: «Dalla mia esperienza e dal mondo che mi circonda». Questa estate arrivano fra gli scaffali Beezus e Ramona, con le illustrazioni di Jacqueline Rogers e la traduzione di Susanna Mattiangeli (pp. 184, euro 14,90). Così, dopo Caro Mr. Henshaw, si possono collezionare questi sei episodi esilaranti e surreali, che tratteggiano anche i conflitti e le complicità di due sorelle in crescita e dalla quotidianità movimentata (protagoniste sono Ramona di anni 4 e Beezus ovvero Beatrice, che ha la sfortuna di essere la maggiore, anni 10).

Sui sentimenti contrastanti dei bambini verte anche la delicata storia che racconta La mia casa piccola (edizioni Corsare, di Elisa Sabatinelli, illustrato da Anna Aparicio Català, pp.32, euro 18). Qui il protagonista è alle prese con un evento ansiogeno: l’abbandono delle rassicuranti mura della propria stanza per un trasloco necessario. È un rito di passaggio importante, da affrontare con un «pieno» di affetti – un bagaglio emotivo e fisico che va dal peluche irrinunciabile alle vecchie cose amate fino all’accogliente calore dei genitori . Cosa accade invece se una bambina è affezionata al suo mostro e quando lo perde si dispera? È un evento raro, in genere si ha paura di quelle creature impossibili, ma stavolta è tutto diverso, pure se l’amico immaginario che terrorizza, morde, fa i dispetti e litiga con chiunque, cambia forma a proprio piacimento, inseguendo rabbie invisibili e interiori. Voglio il mio mostro (Lapis, testi di Guia Risari, illustrazioni di Ceylan Aran, pp. 32, euro 14,90) rovescia la prospettiva e il mostro in questione è in grado anche di ascoltare storie, di accucciarsi e proteggere la sua padroncina dalle oscure presenze, quelle sì da far paura. Però è trasparente, scaturisce dalla fantasia pur se lei lo cerca sempre e sa che da qualche parte esiste davvero, tanto da vederlo sbucare da sotto il piumone…

Lapis propone anche (a proposito di creature impossibili) Un’estate mostruosa di Nicola Brunialti (pp. 336, euro 13,50). Hans e Greta sono due gemelli di dodici anni, approdati al campeggio di Edelweiss, ma improvvisamente il loro corpo si sviluppa a dismisura sfiorando i tre metri. Come nascondersi dagli altri o accettare il nuovo corpo? Un romanzo sui cambiamenti dell’età «sospesa» interpretati in maniera «letterale» (il crescere).

Non vivono sonni tranquilli neanche Margot e Tea dopo che nella loro stanza è entrata – acquistata a un mercatino delle pulci – Rosamunda. È lei La bambola maledetta di Amélie Antoine (Gallucci, pp. 96, euro 9,90), inquietante presenza di porcellana dalle fattezze angeliche che di notte si trasforma in tessitrice di incubi con filastrocche, scricchiolii, pianti, grida. Una storia di terrore contro la noia oziosa estiva.
È un thriller per tingere di giallo intenso il sole delle spiagge anche L’ultima verità di Igor De Amicis e Paola Luciani (Einaudi Ragazzi, pp.256, euro 14,50): lui, dirigente aggiunto di polizia penitenziaria, condivide con la moglie la passione per la scrittura e insieme hanno dato vita alla storia di Arthur, cui una notizia quasi insostenibile – suo padre è stato ucciso da sua madre – sconvolge la vita. Ma Arthur vuole indagare per proprio conto e per farlo dovrà giocare d’anticipo rispetto a trame oscure che cercano di intralciare la sua ricerca.

Infine, ancora famiglia ma questa volta alle prese con la storia. È quella della scrittrice Judith Kerr, nata a Berlino nel 1923 e già autrice del memoir Quando Hitler rubò il coniglio rosa (divenuto film), dove riaffioravano i suoi ricordi d’infanzia e la fuga, in quanto ebrea, dalla città in mano ai nazisti. Lupoguido propone la sua biografia scritta da Joanna Carey per la collana The Illustrators (a cura di Quentin Blake e Claudia Zeff). Un meraviglioso diario corredato di fotografie private e 103 disegni – fra cui molti bellissimi schizzi – per addentrarsi in una vicenda privata che però intreccia i destini di milioni di altri individui intrappolati in un Novecento poco empatico, fra persecuzioni, guerre e sogni infranti. Ma Kerr seppe raccontare tutto, anche la Londra afflitta da bombe, blackout, trincee e pappagalli in volo.

 

SCHEDE

Macchine del tempo e nuovi inizi: altre letture fra mari e monti

Le vacanze con la nonna? Per molti nipoti sono una specie di permanenza nel paese dei balocchi, ma per altri un incubo da non ripetere. In tutti i modi Confiance, bambino di nove anni tenta di non andare («non c’è una legge che dice che la devo amare»), ma sua madre è irremovibile. E fa bene: perché quella convivenza sarà all’origine di un inaspettato sodalizio con un’anziana signora eccentrica, in mezzo a mille piatti cucinati e a una filosofia gastronomica che guiderà verso la crescita.
Con Nonna gnocchi. Pizza streghe e rivoluzione!, Susie Morgenstern (nata nel New Jersey nel 1945, attualmente vive in Francia) torna per i tipi della casa editrice Biancoenero (dopo Joker), imbastendo una incalzante storia estiva. L’amicizia che cambierà le carte in tavola si chiama Kitti, ragazzina intraprendente che decide per movimentare un po’ le giornate noiose e accaldate di Confiance. E lo farà con una bella fuga da casa dei nonni «affidatari». Bisognerà però tornare sui propri passi: per essere liberi, serve guadagnarsi da vivere e da piccoli non è un compito facile. Nel frattempo, si può comunque festeggiare la rimpatriata e anche i compleanni, se capita, con una baraonda allegra. E pure con una sorpresa in più: sotto la finestra, direttamente da Londra, è sbarcata la mamma di Confiance. Che per niente al mondo perderebbe il primo decennio di suo figlio.

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Nella nuova collana I Bruchi («per lettori che mettono le ali»), Feltrinelli propone una serie di piccoli albi dalla grafica aggraziata, fra cui c’è anche Mozartino (di Stefania Graziosi, autrice immersa nel mondo delle note, dell’insegnamento di pianoforte e canto, e Valeria Valenza, che ha dato vita alle belle illustrazioni, pp. 32, euro 6.90).

In uno stampatello facilmente comprensibile, si racconta la storia di un genio della musica, da quando bambino ascoltò la coinvolgente sinfonia dei giocattoli composta da suo padre Leopold per lui, fino ai viaggi per raggiungere le corti più disparate dove facevano a gara per ascoltare quello scricciolo prodigioso. A Roma, le guardie del papa vorrebbero il suo arresto: addirittura lo accusano di aver rubato gli spartiti tanto bene li conosce destando meraviglia nel pubblico. Ma lui, resta pur sempre un ragazzino e a casa gioca con la sorella, con il suo gatto, con le pentole facendo pastrocchi in cucina. Pare che però, a differenza dei suoi coetanei, la notte sognasse complicate trame fiabesche, come quella dela principessa Pamina, di Papageno e la Regina malvagia, che poi il mondo potrà apprezzare come un capolavoro dell’opera di tutti i tempi: Il Flauto magico.

 

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Il viaggio da Mosca a Vladivostok dura sei giorni e fin da quando si decise di costruire la Transiberiana in Russia – era il 1891 e serviva per collegare un paese sterminato – quella ferrovia diventò la più lunga del mondo (ancora oggi lo è), accorpando a sé villaggi e vita comunitaria, che scorreva intorno ai suoi binari.

È da questa storia affascinante che sono partite le autrici Alexandra Litvina (scrittrice) e Anna Desnitskaya (illustratrice): sono partite in senso letterale, compiendo anche loro quel percorso e fermandosi per farsi raccontare dagli abitanti stessi lo svolgersi della quotidianità in 36 paesi e città. Un esperimento vissuto in prima persona che ha portato alla nascita di un albo dal grande fascino. Transiberiana. Tutti a bordo! (Donzelli, pp. 39, euro 27, traduzione dal russo di Lila Grieco) è un vagabondaggio sgargiante fra gli Urali, le stazioni, gli ingredienti della cucina locale, la Siberia con la sua geografia estrema: il tutto narrato con l’aiuto degli abitanti di quei territori, dai nonni impiegati nelle ferrovie fino a Ilja, bambino di dieci anni che suona il violino a Krasnojarsk o Fedja che gioca a scacchi a Vladivostok. È un atlante ma anche un libro di storia, quella vera vissuta da individui, nelle loro case e con i loro ricordi. Uno scrigno di memorie che contempla anche gli scoiattoli volanti.

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Cosa è successo a Lily, a cui devono cambiare il sangue e che è stata allontanata mentre sua madre stava per partorire? Lei non si sente più la stessa e non riesce a stare tranquilla a casa della nonna, dove l’hanno parcheggiata «come una ruota di scorta». Fra sogno e realtà, una fuga e un ritorno imprevisto, Lily si trova a fronteggiare una strana dimensione temporale, in cui le persone che conosceva come genitori accoglienti non sono più le stesse e manifestano tratti che destano cupe inquietudini. Sono «finti» papà e mamma e le loro intenzioni non sono buone.

Per superare le ardue prove (di sopravvivenza) che le vengono sottoposte, come nelle favole antiche, Lily avrà alcuni animali al suo fianco, un topo, un corvo, una talpa e un serpente. Con il loro aiuto caccerà da casa sua i replicanti malvagi e volando in bicicletta raggiungerà il reparto di ostetricia. Ma ci sono stati problemi alla nascita della sorellina e tutti sono stati trasferiti in un altro ospedale. Lily non si arrenderà : l’avventura non è finita. Gli incubi, a volte, tornano. Per lei, però, si è aperta una nuova stagione. Ora dovrà prendersi cura della nuova arrivata, aspettare che cresca per giocarci e sperare «che le salvi la vita»: la neonata, infatti è una donatrice compatibile e potrà un giorno vanificare la sua misteriosa «malattia». (Lily e la via di casa, Dea).

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Ogni mattina quattro ragazzini smagriti si accalcano su una camionetta guidata da un padre stropicciato. Uno dei fratelli è sempre preso di mira dagli altri: lo chiamano pollo perché è tutt’ossa. Presto scendono e si sparpagliano. Vanno «a spendersi» come dice il loro padre, spesso più ubriaco che sobrio. Il loro compito è fare l’elemosina. A volte, i vigili li portano via, altre va meglio, ma la strada ha una vita dura e bisogna lottare anche con i «cecatelli» per conquistarsi il proprio posto: sono schiavizzati dal terribile Cowboy che – si vocifera -sia abile a fare il servizietto a tutti, togliendo loro la vista. La vita di Pollo sarebbe continuata impennandosi nella monotonia se un giorno non fosse accaduto che Leyla – una della banda degli orbi – non avesse danzato con grande armonia, incantando il suo sguardo e spingendolo a diventare suo amico, fino a confessargli il segreto indicibile: lei, in realtà, ci vede. Catture, fughe, pericoli sventati e un confronto con la polizia: i due avventurosi «evasi» dalla morsa del Cowboy sanno però che le famiglie come loro non possono essere nemmeno nominate agli sbirri. Dickensiano, senza i fumi che anneriscono Londra, ma con i cieli tersi mediterranei e la spiaggia come luogo salvifico per una pace transitoria, Fino a vedere il mare di Milvia (Pelledoca, pp. 168, euro 16) è un romanzo di formazione dai tratti neorealisti, con qualche puntata felliniana.

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Ari è una bambina che ha fantasia da vendere ma è atterrata da un problema che la fa sudare tutte le notti: la paura. Il buio non l’aiuta a diradare questa tremarella e tanto meno le lunghe notti, nel silenzio della casa addormentata. La sua fifa, però, non la rende orgogliosa, anzi la fa vergognare tantissimo. È così che Loredana Lipperini s’inoltra dentro le pieghe più oscure dell’inconscio infantile, presentando Il senzacoda (Salani editore, pp. 180, euro 14,90, illustrazioni di Stefano Tambellini): è lui, il felino che non ha la coda a causa di un brutto incidente a cacciare via ogni incubo di Ari.

Basta tirar fuori le unghie e ringhiare e il gioco è fatto, spiega l’animale parlante. Forse è un sogno, forse è realtà, ma è certo che la ragazzina terrorizzata dalle macchie ombrose vagherà con lui per boschi e radure, in un mondo alla rovescia e parallelo a quello conosciuto, un po’ come accade a Alice nel paese delle meraviglie. Un viaggio di iniziazione, sospeso in una temporalità onirica, dove si incrociano tunnel in cui albergano anime dei non vivi, spiriti con i quali solo i gatti possono comunicare, e dove si finisce nel regno felino. Lo stesso che alcune amiche hanno accolto in casa e che sarebbe bene tenere presente per una vita felice futura. E senza mostri.

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Si può riavvolgere il nastro del tempo, tornare indietro e non far succedere alcune cose? Non proprio nella vita reale, soprattutto in quella di Enrico che il 19 maggio a mezzogiorno progetta di far esplodere il suo liceo, sopraffatto dalla rabbia. Ma si può se sulla propria strada si intercettano gli Agenti temporali, speciali individui in grado di rimettere la lancetta dell’orologio e di farla fluttuare di 24 ore, tentando così di deviare il corso della storia, sventare attentati, insomma fermare il mondo per reindirizzarlo sulla via giusta. Una trama tra il giallo e il fantasy vede come protagoniste le turbolenze adolescenziali e i dispositivi criminali di grande caratura. E poi i plot si sdoppiano, in un espediente narrativo che Davide Morosinotto conduce su due binari contando anche sulle scelte di chi legge. Per questo, i volumi editi da Camelozampa sono proposti in coppia, uno con copertina rossa, l’altro verde. Versioni diverse della storia o semplicemente sfasate dal punto di vista cronologico: Fabula – in cui si rispetta l’ordine cronologico – e Intreccio – con l’intersecarsi di diverse dimensioni temporali e salti continui. I romanzi Temporali (pp. 368, euro 16,90) «giocano» con il ritmo della scrittura e, naturalmente, con il ritmo dell’immaginario.

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«Papà cosa c’è lì dietro?». «Lì dietro c’è Berlino». Comincia così la graphic novel La città del muro, scritta da Roberta Balestrucci Fancellu (Sinnos, pp. 96, euro 14) e accompagnata dalle tavole di Luogo Comune. Con la barriera a dividere le due parti della metropoli tedesca diventa assai difficile per gli amici essere spensierati e vivere un’esistenza normale; sono costretti a fare lo slalom fra spie, controlli e assillanti preoccupazioni. Ma un giorno arriva l’idea pazza: c’è un modo per superare il muro senza lasciarci la pelle, basta costruire una mongolfiera e volare via.

Senza farsi notare però, lavorando di notte per cucire il pallone e cercando di raggiungere il cantiere per procurarsi il bruciatore, naturalmente dopo aver addormentato feroci cani da guardia. Poi, non resta che volteggiare in cielo con coraggio e chiudendo gli occhi. Ma non sempre le cose vanno per il verso giusto e dopo un primo fallimento, rimanendo al di qua del muro, nella Berlino est, la vita diventa rischiosa: quegli «esploratori» improvvisati sono ormai i ricercati numero uno dalla Stasi. Bisognerà ritentare la fortuna portando a termine l’impresa. L’audacia è la virtù dei forti e gli Strelzyl e i Weltzel ce la faranno. Perché quella qui raccontata è una storia vera. Riuscirono a passare a Berlino ovest il 16 settembre del 1979, atterrando su un cespuglio di more.

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