La redazione consiglia:
Napoli sognò con Vinicio o’ lioneIl Napoli va in Ferrari. Anzi, si accomoda sulla Red Bull, rende meglio l’idea considerando il livello del Cavallino nel Mondiale di F.1. Le inseguitrici procedono con la velocità massima di un’utilitaria. La Serie A si ferma per le nazionali, con l’Italia che affronta l’Inghilterra il 23 marzo a Napoli, prima gara di qualificazione per Euro 2024, con la seconda a Malta, tre giorni dopo.  Manca poco meno di un terzo alla fine di questo campionato dall’andatura anomala – causa collocazione dei Mondiali in Qatar tra novembre e dicembre – e la sceneggiatura è di quelle inedite. La squadra campana ha innestato la quinta marcia praticamente da settembre, dopo otto punti nelle prime quattro giornate, compresi due pari, con Fiorentina e Lecce: da allora, 21 vittorie e appena due sconfitte (con Lazio e Inter) scavando ben più di un canyon di distacco con le avversarie, mettendosi in ritmo per arrivare a 100 punti.

E A PROPOSITO delle avversarie, racchiuse in un pugno di punti: fanno a gara a chi procede con il passo meno spedito. La Lazio, da considerarsi come la sorpresa del torneo, è a 19 punti di distacco, unica assieme alla Juventus – penalizzata di 15 punti per il processo sportivo sull’utilizzo delle plusvalenze gonfiate e che sarebbe a quota 56 – ad andare sinora in media poco oltre i due punti a partita. Poi, tutte sotto la soglia, che di solito serve osservare per finire in Champions League: sia la deludentissima Inter, 50 punti e nove sconfitte in 27 gare, poi il Milan campione d’Italia ma svuotato di energie, la Roma di Mou, perennemente con i nervi a fior di pelle, sino all’Atalanta, che potrebbe pure rientrare nel giro per le prime quattro. Si legge, si dice che l’ottimo andamento delle italiane in Europa – tre ai quarti di finale in Champions League (c’è il derby Milan-Napoli), Juve e Roma in Europa League e la Fiorentina in Conference League – vada a smentire il postulato del calcio italiano poco competitivo rispetto alla Premier League, alla Liga e alla Bundesliga. Il discorso sfiora soltanto Spalletti e soci, piuttosto c’è da chiedersi se il passo così lento delle potenziali candidate al titolo sia stato condizionato dal ritmo del Napoli, che mai ha concesso spiragli per rientrare in classifica.

UNA TEORIA che regge solo in parte, perché le leggi delle coppe europee spesso sfuggono a ogni logica, mentre la media punti delle big, che dovrebbero finire il campionato poco oltre i 70 punti, è una spia di un livellamento del torneo verso il basso. In sostanza, se chi è primo corre per i 100 punti e chi insegue va per i 70, servono pochi altri elementi per certificare la relativa competitività del campionato, che però nulla toglie alla grandezza del Napoli, consumatrice seriale di avversari in Italia come in Europa, con una qualità di gioco eccellente, come quasi mai visto in Serie A e con due fuoriclasse, Osimhen e Kvaratskhelia, che ormai in Italia siamo poco abituati ad ammirare. Il discorso sfiora soltanto Spalletti e soci, piuttosto c’è da chiedersi se il passo così lento delle potenziali candidate al titolo sia stato condizionato dal ritmo del Napoli, che mai ha concesso spiragli per rientrare in classifica. In ogni caso, poco tempo per le riflessioni, c’è ancora tempo per i correttivi: il posto Champions vale 40 milioni di euro.