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Il virus non cresce. Ma non frena

Il virus non cresce. Ma non frenaTest del tampone a Roma – LaPresse

Codice rosso Regioni alla ricerca degli anticorpi. I test scoprono le persone immuni e permettono ai sanitari di lavorare in sicurezza, ma interessano anche alle imprese per aprire le fabbriche. Nelle ultime 24 ore 4. 668 contagi in più rispetto al giorno precedente. 760 le vittime

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 3 aprile 2020

Si sono registrati 760 decessi per Covid-19 nelle ultime 24 ore. Dall’inizio dell’epidemia hanno perso la vita 13.915 persone. Il numero totale di persone contagiata è salito a 11.5242, cioè 4. 668 più del giorno precedente. In questo momento il contagio non cresce esponenzialmente ma nemmeno frena.

MODERATAMENTE positive le notizie dagli ospedali. I nuovi ricoveri sono stati 211 nei reparti ordinari soprattutto in Piemonte, Emilia-Romagna e Lazio, mentre in Lombardia sono diminuiti di 165. Nei reparti di rianimazione, i nuovi posti letto sono serviti soprattutto in Lombardia e in Puglia, mentre in altre regioni i ricoverati gravi sono diminuiti. In totale, sono stati necessari solo 18 nuovi posti letto di terapia intensiva in 24 ore.

È INCREMENTATA ulteriormente l’attività diagnostica, con quasi 40 mila test in un giorno. La regione in cui se ne fanno di più è il Veneto con 7574 tamponi, l’8% dei quali positivi. In Lombardia ne sono stati fatti quasi altrettanti, ma la percentuale di positività è del 36%, a dimostrazione di una diversa strategia tra le due regioni. In Veneto si sottopongono a tampone molte più persone con pochi sintomi, che risultano negative al test con maggiore probabilità.
Oltre a scegliere strategie diverse, alcune regioni stanno sperimentando nuove tecniche diagnostiche. È il caso delle Marche che, imitando l’Emilia-Romagna, sottoporrà circa tremila operatori sanitari ai cosiddetti «test sierologici», che invece di cercare il virus nella saliva dei pazienti rilevano gli anticorpi nel loro sangue.

I TEST SIEROLOGICI SONO meno precisi se si tratta di individuare nuovi malati, perché il virus può essere presente nell’organismo e non aver ancora scatenato la risposta immunitaria che attiva gli anticorpi. Dato che gli anticorpi permangono nel paziente anche dopo l’infezione, l’indagine sierologica permette di capire chi ha già superato la malattia, magari senza sintomi, e può dunque ritenersi immune almeno per un certo periodo. Oltre a consentire test più rapidi, la tecnica sarà utile per sapere, a epidemia finita, quante persone si sono davvero infettate.

IN QUESTO MOMENTO PUÒ servire anche per riportare al lavoro chi rischia di meno. I sanitari, certo. Ma anche molte imprese, per esempio l’emiliana Ducati, premono perché si passi a questa tecnica diagnostica: gli operai immunizzati potrebbero far ripartire le fabbriche chiuse.
Tra i tifosi dei test degli anticorpi salva-economia non poteva mancare il sindaco di Milano Sala, quello di #milanononsiferma. Gli ha risposto il governatore della Lombardia Attilio Fontana: «Ho più volte ribadito che stiamo verificando il valore effettivo di queste procedure.

UN MODO DI AGIRE CHE necessita di un lasso di tempo tale da rendere i risultati solidi, a fronte delle molte perplessità sollevate dalla comunità scientifica», ha spiegato. Anche in Sardegna sono arrivati diecimila kit di nuovi test. «In realtà – ricorda all’Ansa il presidente della Regione Christian Solinas – un migliaio sono arrivati già nei giorni scorsi, quindi siamo già partiti, ora proseguiamo con i diecimila e con ulteriori ventimila ordinati e che ci saranno consegnati molto presto».

IL GOVERNATORE si è dotato di un comitato tecnico scientifico di alto livello, in cui figurano l’infettivologo Stefano Vella, il rettore dell’università di Sassari Francesco Cucca, l’ex-direttore dell’Agenzia del Farmaco Luca Pani e il virologo Pietro Cappuccinelli. Il loro piano prevede un forte uso delle tecnologie informatiche, con un’app già pronta all’istallazione.

«SIAMO PRONTI a farla partire comunque con la modalità volontaria – spiega Solinas – cioè chiedendo a chi arriva in Sardegna, all’atto della compilazione del modulo, il consenso alla georeferenziazione». Ma se il Garante per la privacy sarà d’accordo, si chiederà di farlo su tutta la popolazione. Gli anticorpi non servono solo a trovare i malati, ma anche a farli guarire.

CI SPERANO ALL’OSPEDALE San Matteo di Pavia, dove si sperimenta la “plasmaterapia”: si inietteranno cioè gli anticorpi delle persone guarite nel sangue di quelle malate. È una tecnica su cui gli esperti hanno molti dubbi, ma che in Cina è stata sperimentata con buoni risultati su mille pazienti. Ora a Pavia si cercano i donatori tra le persone guarite.

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