A lato del VII Vertice delle Americhe, che inizia la sua due giorni domani, sono in corso a Panama le attività dei Forum alternativi. Il vertice ha previsto di discutere sul tema «Prosperità con equità: la sfida di cooperazione nelle Americhe».

La sfida si gioca, però, nel confronto-scontro sui modelli per realizzare la giustizia sociale o per negarla, magari agitandola nella retorica dei grandi consessi internazionali. Le Americhe non sono tutte uguali.

Quell’America che scommette su un cambio di indirizzo strutturale e sul rilancio di una nuova indipendenza del continente, accoglie ed è sostenuta dalla forte propositività dei movimenti sociali che hanno votato governi socialisti o progressisti. Alla Cumbre de los pueblos parteciperanno organizzazioni popolari, intellettuali, rappresentanti sindacali, indigeni e leader degli studenti. Oltre 2.000 rappresentanti dei movimenti sociali sono già presenti ai tavoli per elaborare una piattaforma da presentare ai diversi governi in tema di giustizia sociale, ambiente, democrazia partecipativa e nuova sovranità. A tutte le latitudini delle Americhe (anche negli Usa), i movimenti sociali hanno raccolto le firme per respingere il decreto Obama che impone sanzioni al Venezuela. I «no» hanno già superato i 9 milioni e puntano a raggiungere i 10 milioni di firme da consegnare a Obama durante la Cumbre. Al vertice dei popoli partecipa anche il Comitato delle vittime delle guarimbas, composto da chi ha perso i famigliari durante le violenze scatenate dall’opposizione venezuelana contro il governo di Nicolas Maduro.

Vi saranno anche i movimenti sociali provenienti da Cuba, per sostenere la Dichiarazione di principi dell’Avana: una posizione in cui si precisa che Cuba partecipa al vertice per illustrare il suo modello di sviluppo e confrontarlo con altre esperienze nella regione, ma non per aderire all’Organizzazione degli stati americani (Osa), da cui è stata espulsa durante gli anni del feroce blocco economico imposto dagli Stati uniti. Una misura che ora gli Usa, preso atto del fallimento, sembrano intenzionati ad abolire. Cuba, però, ribadisce che non intende accettare ricatti e condizionamenti. Per questo, ha unito la propria voce a quella dei movimenti sociali che hanno denunciato la presenza di un altro tipo di «società civile»: quella animata da attori sociali manovrati dall’esterno e protesi a modelli di governo che nulla hanno a che vedere con il tema agitato dal vertice, la giustizia sociale e la cooperazione tra pari. E così, al forum “Società civile e attori sociali”, ove si discuterà sui meccanismi di partecipazione della società civile, parteciperanno Mitzy Capriles e Lilian Tintori, mogli dei dirigenti dell’opposizione oltranzista venezuelana: rispettivamente di Antonio Ledezma (per cui la magistratura ha confermato l’accusa di cospirazione) e di Leopoldo Lopez (il cui processo per le violenze antigovernative è in corso).

Al contempo è confermata la partecipazione di delegazioni anticastriste come la Union Patriotica di Cuba e Arco Progresista de Cuba 2, presenti anche al Forum Giovani delle Americhe, organizzato dallo Young Americas Business Trust. Nicolas Maduro ha annunciato invece che, a Panama, andrà per proporre, insieme ai movimenti sociali, “una nuova agenda per uno sviluppo basato sull’inclusione: per una nuova economia produttiva, per uno sviluppo armonico della società, per una politica basata sul rispetto dei diritti umani e sul diritto internazionale e per una nuova diplomazia di pace che consenta ai giovani di continuare a costruire una nuova America”.