Economia

Il Vaticano ha i conti in utile. Dai media allo Ior, diocesi e musei

Il Vaticano ha i conti in utile. Dai media allo Ior, diocesi e musei

Bilanci In rosso l'Osservatore romano e la radio, bene le visite turistiche. Tra le voci in positivo ci sono anche "investimenti favorevoli" non precisati

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 17 luglio 2015

Il Vaticano chiude in attivo i conti del 2014 registrando complessivamente un saldo positivo di 38 milioni di euro. I bilanci della Santa sede e del Governatorato della Città del Vaticano sono stati resi noti ieri dalla Segreteria per l’economia, il “superministero” economico voluto da papa Francesco che ha assorbito una serie di competenze fino ad ora distribuite in vari organismi, guidato da un uomo di fiducia di Bergoglio, il cardinale australiano George Pell, un conservatore che ha fra i suoi punti di riferimento Margaret Thatcher, come confessò egli stesso in un’intervista nella quale disse di ispirarsi all’interpretazione della parabola evangelica del buon samaritano della lady di ferro: «Se il buon samaritano non fosse stato un po’ capitalista, se non avesse accumulato dei soldi, non avrebbe potuto aiutare il prossimo. Anche noi possiamo fare di più se produciamo di più».

Come succede di solito, la Santa sede va in rosso e conta perdite per oltre 25 milioni (nel 2013 il bilancio segnò -24 milioni). Il Governatorato invece è in attivo per oltre 63 milioni (nel 2013 “solo” +33 milioni). Quindi considerando unitariamente i risultati dei due bilanci – che sono le due gambe di un unico corpo -, il Vaticano chiude il 2014 con un cospicuo attivo di 38 milioni di euro. Se a questa cifra poi venissero aggiunti anche i risultati positivi dello Ior (ente autonomo, con una contabilità separata), che nel 2014 ha fatto segnare un utile netto di 69 milioni, e i proventi dell’Obolo di san Pietro (le offerte al papa «per le necessità della Chiesa universale e per le opere di carità» da parte dei fedeli di tutto il mondo)-– non si conoscono le somme raccolte nel 2014, ma nel 2013 furono 78 milioni di dollari (57 milioni di euro) – il risultato finale sarebbe ancora più roseo.

Separando i due bilanci, si registra che la Santa Sede, ovvero il governo centrale della Chiesa cattolica mondiale – che comprende tutti gli organismi della Curia, l’Amministrazione del patrimonio della Santa Sede e i mezzi di comunicazione – ha chiuso il 2014 con un deficit di 25 milioni e 621mila euro. Il maggior capitolo di spesa è quello del personale, 2.880 dipendenti che sono costati oltre 126 milioni di euro.

Le cifre non vengono comunicate, ma chiudono in rosso anche i mezzi di comunicazione (Osservatore Romano e Radio Vaticana), mentre sono in attivo il Ctv – il Centro televisivo vaticano che riprende in esclusiva le immagini del papa e degli eventi in Vaticano e le vende alle tv di tutto il mondo – e la Libreria editrice vaticana (Lev), proprietaria dei diritti d’autore sui discorsi e gli scritti del papa (e dei papi dell’ultimo cinquantennio).

Su quest’ultimo fronte è in vista una riorganizzazione, anche per razionalizzare le spese: a fine giugno papa Francesco ha creato la Segreteria per la comunicazione, un nuovo dicastero che coordinerà tutti i media vaticani. Il deficit della Santa sede viene in parte ripianato da «favorevoli investimenti» (non precisati), dai contributi che arrivano dalle diocesi del mondo (21 milioni) e dallo Ior (50 milioni).

Affari ottimi, invece, per il Governatorato della Città del Vaticano, ovvero lo Stato vaticano. Il 2014 si è chiuso con un attivo di 63 milioni e 519mila euro. Gran parte delle entrate sono arrivate dai biglietti di ingresso staccati dai musei vaticani ma soprattutto da «investimenti favorevoli», anche in questo caso non specificati né in natura né in entità.

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