Le immagini e le sonorità che abbiamo vissuto nel periodo d’isolamento, quel vuoto delle strade, delle piazze, persino di quella di san Pietro durante la preghiera Urbi et orbi di papa Francesco, ci hanno reso manifesta la fragilità del mondo, in quei giorni disabitato e preda di un’idea apocalittica che pensavamo appartenesse solo a passate mitologie. Vito Teti, già dal principio del suo volume, Prevedere l’imprevedibile. Presente, passato e futuro in tempo di coronavirus (Donzelli, pp. 112, euro 15 euro; kindle 8.99) invita a riflettere su concetti come catastrofe o apocalisse, magari in slow motion, perché nel tempo costruite e...