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Il tridente dei Forconi

Il tridente dei Forconi"Forconi" in piazza – Eidon

Coordinamento 9 dicembre Tra Calvani e gli altri spunta una terza ala: «Siamo noi quelli veri, lontani dalle frange di estrema destra. Faremo l’elezione dei leader del movimento»

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 17 dicembre 2013

Forconi coltelli. Fratelli insurgenti fino a un paio di giorni fa, uniti nella lotta contro il politico di ogni razza e colore, i coordinatori nazionali del movimento 9 dicembre 2013 si guardano ora con diffidenza e si dividono anche le piazze. Snobbata per il «rischio di infiltrazioni eversive» la manifestazione prevista domani in Piazza del Popolo dove si riuniranno i seguaci (perlopiù laziali e del Sud) dell’imprenditore pontino Danilo Calvani, il grosso del coordinamento prepara – non senza altri maldipancia – la sua «pacifica e silenziosa» marcia su Roma: non un corteo, «perché per quello ci vuole l’autorizzazione», ma «una tranquilla passeggiata di cittadini italiani che vogliono vedere come è fatto il Viminale o Montecitorio. Tutto senza rompere un vaso di fiori». Molto probabilmente sabato e domenica prossima. «A meno che il premier Enrico Letta in persona non sia disposto a incontrarci e soprattutto a dare un immediato segno di comprensione: basterebbe un decreto legge per abbassare subito la pressione fiscale, in modo da far ripartire il lavoro».

A parlare è Gaetano Montico, portavoce ma non solo di quel che resta del movimento, a questo punto epurato dai “calvanisti”. «Danilo, che pure un anno fa fu il primo dei coordinatori del movimento, ora si è lasciato trascinare nella sua ingenuità da persone che lo strumentalizzano in malafede». La presenza di gruppi estremisti e l’egemonia culturale di destrorsi alla Casa Pound nelle piazze di Calvani, le paginate web che ipotizzano deliranti colpi di Stato capitanati dalle forze dell’ordine e la tensione sempre crescente fomentata da episodi come la bomba carta di ieri nella Camera del lavoro di Torino hanno portato l’asticella della paura oltre il limite di guardia.

Ma ieri gli uni e gli altri hanno continuato la protesta selvaggia su strade, autostrade e piazze d’Italia. Malgrado il sottosegretario alle Infrastrutture Rocco Girlanda abbia annunciato per oggi l’apertura di un tavolo con le organizzazioni degli autotrasportatori, una fetta consistente del coordinamento 9 dicembre. «Se riescono ad ottenere qualcosa, ben venga –commenta Montico –ma noi non vogliamo parlare con nessun ministro perché rappresentiamo gli interessi di tanti cittadini diversi, dai pensionati ai metalmeccanici, dagli agricoltori ai farmacisti, agli artigiani. E non essendoci un ministro plenipotenziario come una volta…».

Quanto all’appuntamento di domani, è «troppo altro il rischio d’infiltrazioni eversive», continua il portavoce, perché «Calvani, che pure è stato il primo dei nostri cordonatori, ora si è lasciato trascinare ingenuamente da persone che lo strumentalizzano in malafede».

Disorientati e quasi «sopraffatti» da un magma indistinto di rabbiosi, gli otto coordinatori rimasti uniti (a fatica, perché la politica non è un fardello che si può lasciare fuori dalla porta, e così «la situazione ci è sfuggita a tutti un po’ di mano») con molte difficoltà stanno cercando di organizzare la logistica di «un’ondata inaspettata» di “Forconi” decisi a sfilare nelle strade della Capitale «per non lasciarsi sfuggire questa occasione di visibilità». «Stiamo cercando tende, cucine da campo, bagni chimici e altro per organizzare un campo d’accoglienza, forse a Tor Vergata, per 2-300 mila persone», racconta Montico. E giura che «è solo un 10% di coloro che vorrebbero venire a manifestare a Roma». Sarà, ma se gli striminziti capannelli romani sono un indicatore, è difficile immaginare quei «4 milioni di persone scese nelle piazze d’Italia dal 9 dicembre a oggi». La loro manifestazione invece, giura Montico, sarà perfettamente organizzata e sotto controllo: «Stiamo collaborando con le forze dell’ordine per assicurare che tutto si svolga pacificamente». L’attenzione degli apparati di sicurezza e di intelligence però è molto alta per l’intera settimana, a causa del «rischio di cortei spontanei» anche al di fuori dei sti-in organizzati: mobilitati più di 1500 agenti.

E in effetti di pace, tra i “Forconi”, ce n’è davvero poca, malgrado il gesto «di serenità» del coordinatore siciliano Mariano Ferro che ha annunciato per domenica mattina la loro partecipazione alla messa del Papa in Piazza San Pietro, e malgrado il leader veneto Lucio Chiavegato minimizzi le divisioni interne, lui che è stato accusato da Calvani di voler trasformare la sua associazione Life, Liberi imprenditori federalisti europei, in un partito politico di candidatura europea. Critiche feroci a tutti e tre infatti vengono sollevate da una terza fazione “forcona”. «Siamo noi quelli veri, noi siamo veramente apartitici e apolitici,», annuncia Luigi Tenderini che si definisce «uno degli ispiratori del movimento No Tav». Una terza ala che si «dissocia dai vari Ferro, Chiavegato o Calvani, autoproclamatisi leader senza alcuna investitura: dietro di loro c’è una regia occulta, sono manovrati dai poteri forti». Vogliono organizzare «un’elezione vera dei portavoce» e si dicono lontani dalle «frange di estrema destra». Anche loro si preparano a all’«assalto», «ma sarà assolutamente pacifico e senza spazi per la violenza».

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