Il testimonial Ue che odia i palestinesi è inaccettabile
Appello al presidente Juncker e all'alto rappresentante Mogherini Razzista e islamofobo, il "comico" israeliano Avishai Ivri non può rappresentare la campagna europea per l'amicizia con Tel Aviv
Appello al presidente Juncker e all'alto rappresentante Mogherini Razzista e islamofobo, il "comico" israeliano Avishai Ivri non può rappresentare la campagna europea per l'amicizia con Tel Aviv
Al Presidente Jean-Claude Juncker
All’Alto Rappresentante Federica Mogherini
Vi chiedo come sia stato possibile che la delegazione Ue di Tel Aviv abbia usato come testimonial per una campagna mirata a rassicurare Israele sulla nostra amicizia e collaborazione (forse sarebbe più utile, per affermare i valori di cui ci riteniamo portatori, una campagna che educhi Israele al rispetto dei diritti umani), Avishai Ivri, un “comico” israeliano ben conosciuto su tutti i social media come un razzista, islamofobo e ostile al popolo palestinese, visto che da anni sui social viaggiano i suoi post che invocano la fine degli arabi e dei palestinesi con gli epiteti e le accuse più infamanti e vergognose. Alcuni esempi dei suoi post: «Per ogni israeliano ucciso devono essere eliminati 1.000 arabi» – «Fanculo, spazzate via Gaza» – «A Gaza bisogna tagliare l’acqua e l’elettricità».
Possibile che l’attuale ambasciatore Ue a Tel Aviv, Laars Faaborg-Andersen, non fosse a conoscenza della sua posizione?
Non solo è inaccettabile l’ingaggio di Avishai Ivri, ma è discutibile anche il contenuto del video che nel cercare di convincere i cittadini israeliani della grande amicizia che lega l’Europa a Israele, elenca i numerosi rapporti turistici e commerciali, e, soprattutto, elogia l’Europa per essere uno dei migliori acquirenti dell’industria bellica israeliana.
Quest’anno ricorrono cinquant’anni dall’occupazione militare dei territori Palestinesi: non sarebbe importante, per essere coerenti con i nostri valori, fare una campagna volta a convincere i cittadini israeliani della necessità della pace e della coesistenza tra i due popoli per la fine dell’occupazione israeliana? Non sarebbe più utile usare come testimonial, ad esempio, i rappresentanti israeliani e palestinesi del Parent’s Circle che hanno avuto famigliari uccisi ma che agiscono insieme per la pace, oppure i Combatants for Peace, israeliani e palestinesi, che hanno servito nell’esercito o hanno compiuto azioni militari, e che insieme chiedono pace e giustizia?
È positivo che il video sia stato oscurato dalla pagina Facebook della delegazione dopo l’articolo di protesta di Electronic Intifada, altre proteste sono seguite poi, ma non mi sembra sufficiente che il caso si chiuda con due laconici «tweet»: «Abbiamo deciso di chiudere il video che promuove la cooperazione Ue-Israele – Non vogliamo che ci siano dubbi sul fatto che qualsiasi cosa noi facciamo sia per la promozione dei valori sostenuti dall’Europa» e «Il video voleva mostrare la cooperazione tra l’Europa e Israele, non vogliamo che alcunché distragga da questo importante messaggio».
Vorrei dire ai responsabili europei, e in particolare alla Rappresentante europea per la politica estera Federica Mogherini, che, pur nella libertà di espressione di ciascuna persona, non possiamo avere rappresentanti dell’Unione Europea che agiscono in contrasto con i valori che noi diciamo di voler rappresentare. Solo una leggerezza quella del nostro rappresentante a Tel Aviv? Il suo errore, se di errore si tratta, passerà indenne?
Mi auguro di non dover concludere che, nonostante i suoi richiami al rispetto dei diritti umani, l’Unione Europea nei fatti in alcune situazioni agisca contro di essi.
Cordialmente
*già vicepresidente del Parlamento Europeo
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