Il testamento del Caimano
Il colonnino infame Da cantare sulle note di De Andrè
Il colonnino infame Da cantare sulle note di De Andrè
Lunedì 26 si aprirà il testamento di Silvio Berlusconi: possono i figli Marina, Piersilvio, Barbara, Luigi ed Eleonora dormire sonni tranquilli? Vedremo, intanto Fabrizio De Andrè con la sua canzone «Il testamento» aveva già previsto tutto…
«Or che son giunto nell’aldilà/ forse qualcuno protesterà/
dopo aver letto nel testamento quel che gli lascio in eredità/ ma v’assicuro ch’è meglio di niente/ c’è n’è per tutti, sentite qua.
Alla Minetti e ad Emilio Fede/ lascio il mio titolo di Cavaliere/ perché riprendano il loro mestiere/ lei maitresse e lui di lenone/ ad ogni fine di settimana/ sopra le rendite di una puttana/ ad ogni fine di settimana/ sopra la rendita di una puttana.
Alla nipote di Mubaràk/che se ne frega della decenza/
un attestato di benemerenza/ che al matrimonio gli spiani la via/ con tanti auguri per chi c’è caduto/ di conservarsi felice e cornuto/ con tanti auguri per chi c’è caduto/ di conservarsi felice e cornuto.
Buon Tarantini mi ascolti un poco/ il suo lavoro a tutti non piace/ non lo consideran tanto un bel gioco/ portare èscort mai men che procace/ ed è per questo che io mi onoro/ nel consegnarle la pàtonza d’oro/ ed è per questo che io mi onoro/ nel consegnarle la pàtonza d’oro.
A quella candida vecchia Daddario/ che mentre io le toccavo le tette/ lei di nascosto scriveva un diario/ lascio la scorta delle mie pompette/ se questo lascito non la fa paga/ a lei le scorte del mio viagra/ se questo lascito non la fa paga/ a lei le scorte del mio viagra.
Se dalla carne mia già corrosa/ dove il mio cuore ha battuto un tempo/ dovesse nascere un giorno una rosa/ la dò alla donna che mi offrì il suo pianto/ parlo di Carla Lucia Dall’Oglio/ e alla Veronica dò un portafoglio/ alla Pascale una bolla d’aria/ alla Fascìn mezza Forza Italia.
Cari fratelli dell’altra sponda/io la patonza girare l’ho fatta/ che fosse mora, ghepàrdata o bionda/ rossa, striata, rasata o scarlatta/a questo punto checchè se ne pensi/ quaggiù ho raggiunto la pace dei sensi/a questo punto checchè se ne pensi/ quaggiù ho raggiunto la pace dei sensi.
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