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Il terrore corre sul filo della tensione

Il terrore corre sul filo della tensione

Videogiochi «Remothered: Tormented Fathers», sviluppato dal catanese Chris Darril, è una delle esperienze più terrorizzanti sul mercato

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 23 giugno 2018

C’è stato un periodo in cui i videogiochi horror non tiravano più, anni duri, anzi durissimi, per tutti gli appassionati, anni di titoli scarsi se non brutti, almeno fino all’arrivo, nel 2013, di Outlast, un’opera che ha saputo riaccendere l’attenzione. Eppure un tempo titoli come Resident Evil, o ancora prima Clock tower o Alone in the dark, erano garanzia di grandi vendite. Colpa dei giocatori che non hanno premiato esperimenti interessanti come Rule of roses, relegandolo nel limbo dei titoloni scandalistici di Panorama, o l’intenso Deadly premonitions, ma anche colpa delle varie case produttrici come la Capcom che ha imbastardito il suo Biohazard con siringhe di testosterone o la Konami che ha trasformato gli orrori della sua Silent hill in brutti Z movie dalla grafica da Hollywood made in «Pryp”jat».

Fortunatamente in questi ultimi anni abbiamo avuto titoli validissimi e il genere, toccando l’apice di Resident evil 7 e del grandioso Evil Within 2, si è rialzato, diverso sicuramente dal passato, ma dimostrando di avere ancora, come un vecchio spelacchiato leone d’arena, tanto da dare.
Remothered: Tormented Fathers è uno degli esponenti più recenti delle nuove bellezze  del genere, uno dei più classici senza dubbio, ma anche uno dei più terrorizzanti con la sua scelta se affrontare (male) l’avventura tutto d’un fiato o viverla (preparando una dose di pannolini maxi) con la pazienza di un esploratore dell’occulto, quello che avremmo fatto a 13 anni senza lo stress che la vita ci riserva ora.

Autore dell’opera, italianissima, il catanese Chris Darril (al secolo Mario Christopher Valenti), già nel team creativo dell’interessante survival per IOS, Forgotten Memories: Alternate Realities, e del terribile Nightcry, seguito apocrifo che nessuno avrebbe mai voluto vedere di Clock Tower. Primo di una trilogia in fase di sviluppo, Remothered: Tormented Fathers riesce con abilità a riportare le vetuste meccaniche del survival horror degli esordi, quello stealth alla Hunting ground, in un contesto più moderno, terrorizzante e sempre di altissima tensione. Simile in questo al recente Resident Evil 7, riesce però ad essere più efficace, specie nella seconda parte, e pauroso.

La storia racconta l’arrivo della bella Rosemary Reed (dalle fattezze della Jodie Foster de Il silenzio degli innocenti) alla villa dell’anziano notaio Richard Felton per cercare Celeste, figlia dell’uomo, scomparsa da tempo. Il mistero fittissimo porterà lei, e noi giocatori, in un mondo fatto di enigmi da risolvere, di corridoi bui da varcare in silenzio, di nemici sempre attenti ad ogni minimo rumore, e spettacolari e sanguinose morti che ci faranno bestemmiare dietro ogni nostro errore.

Non si possono uccidere i nemici in Remothered: Tormented Fathers, ma non manca la possibilità di raccogliere una miriade di oggetti per rallentare i nostri inseguitori, scelta che aumenta la dinamicità del classico gioco alla nascondino.
Anacronistico anche nella scelta della terza persona, l’opera è una delle esperienze più terrorizzanti sul mercato, per ora su Steam, ma in dirittura d’arrivo sulle console Sony e Microsoft. Noi lo consigliamo, col valore aggiunto di una colonna sonora di straordinaria atmosfera ad opera di Luca Balboni e della Nobuko Toda di Metal gear solid 3, ma non solo: la grandiosa grafica, l’ottimo gameplay e una storia coinvolgente sono elementi che non vediamo più da anni in un videogioco horror. Una di quelle cose che ci rendono ogni tanto fieri di essere italiani.

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