Il tentato golpe «aeronautico» che agita il Niger
La Francia per ora tace A due mesi dalle presidenziali Mahmadou Issoufou annuncia: «Sventato colpo di stato». Epurazione nei vertici dell'esercito. L'opposizione insorge: «Non ci sono prove, è deriva autoritaria»
La Francia per ora tace A due mesi dalle presidenziali Mahmadou Issoufou annuncia: «Sventato colpo di stato». Epurazione nei vertici dell'esercito. L'opposizione insorge: «Non ci sono prove, è deriva autoritaria»
Forti riserve sono state espresse ieri dagli oppositori del presidente Mahmadou Issoufou sull’operazione che avrebbe sventato nei giorni scorsi un tentativo di colpo di stato militare. Accade in Niger, paese con una consolidata tradizione di golpe e controgolpe. Paese ricco di risorse strategiche, vedi alla voce uranio, essenziali per il funzionamento delle centrali nucleari francesi. Paese che una recente classifica della qualità della vita su scala mondiale ha relegato in ultima posizione.
All’arresto di almeno quattro alti ufficiali dell’esercito, avvenuto martedì, era seguito giovedì – alla vigilia della festa dell’Indipendenza – un discorso televisivo in cui il presidente Issoufou annunciava il putsch sventato, confermando che diversi sospetti erano stati arrestati e che altri lo saranno nei prossimi giorni. «Individui guidati da motivazioni sconosciute – ha detto tra l’altro –, che intendevano rovesciare le istituzioni democraticamente elette». Issoufou sostiene che il «funesto complotto» prevedeva anche l’uso di «mezzi aerei». Particolare da mettere in relazione alla presenza tra gli arrestati di un tenente-colonnello dell’aeronautica militare, Dan Haoua, comandante della base di Niamey. Delle forze aeree nigerine si era parlato anche nel 2013, quando la Francia, preoccupata dai rischi di attentati contro le «sue» miniere aveva finanziato l’acquisto di uno stock di Su-25 – considerato un aereo «rustico», particolarmente adatto ad essere impiegato negli attacchi radenti al suolo – dismessi dalle forze armate dell’Ucraina.
Il prossimo 21 febbraio in Niger si vota per le presidenziali e Issoufou è dato come favorito per un secondo mandato. Il primo lo aveva conquistato nel 2011, con elezioni che miravano a rispristinare un governo civile dopo il colpo di stato con cui era stato rovesciato l’anno prima il presidente Mahmadou Tandja. Tra gli ufficiali finiti in manette martedì c’è anche il generale Souleymane Salou, già coinvolto nel golpe del 2010 e membro della giunta militare che ne scaturì. Agli arresti risulta anche Mahmadou Hambali, un altro militare finito in carcere nel 2011, pochi mesi dopo l’elezione di Issoufou, e in seguito prosciolto dall’accusa di aver orchestrato un piano per eliminare il presidente.
Ma su tutta la faccenda si è detto estremamente scettico Amadou Boubacar Cissé (detto ABC), ex premier candidato dell’opposizione alle elezioni del 2016, che ieri parlava di «pseudo-golpe» denunciando in alcune brevi dichiarazioni rilasciate a Jeune Afrique e alla Associated France Press la «deriva autoritaria» in corso, il tentativo da parte del presidente Issoufou di «dividere l’esercito» e di ridurre drasticamente gli spazi democratici in vista del voto. Issoufou secondo Cissé nel suo discorso non ha fornito «alcuna prova» sull’esistenza di un piano eversivo. «Siamo talmente abituati alle manipolazioni… – ha aggiunto – Gli unici a minacciare la democrazia in Niger sono gli esponenti del governo in carica».
Tutto tace per ora sulla sponda francese, che però ha sempre sostenuto Issoufou. Parigi ha a Niamey la base logistica dell’operazione militare Barkhane, nata per contrastare l’offensiva jihadista nel nord del Mali e garantire la sicurezza delle miniere di uranio in Niger. E il Niger a sua volta è uno dei paesi coinvolti militarmente nella guerra regionale contro Boko Haram.
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