Il Tar riapre le superiori in Campania, Milano occupa, Puglia contro la didattica on demand
Salta il banco Continua la lotta nelle scuole e la battaglia dei ricorsi ai Tar. Il caso Marche. E lunedì 25 il movimento "Priorità alla scuola" manifesta in venti città con i sindacati per una riapertura duratura, nazionale e in sicurezza delle scuole, l'assunzione dei precari e contro le "classi pollaio"
Salta il banco Continua la lotta nelle scuole e la battaglia dei ricorsi ai Tar. Il caso Marche. E lunedì 25 il movimento "Priorità alla scuola" manifesta in venti città con i sindacati per una riapertura duratura, nazionale e in sicurezza delle scuole, l'assunzione dei precari e contro le "classi pollaio"
Dopo le scuole elementari e medie un’altra sentenza della quinta sezione del Tar di Napoli costringerà la regione Campania a varare un’ordinanza sul ritorno in presenza almeno al 50% nelle scuole superiori entro il primo febbraio. Le due sentenze della magistratura amministrativa sono risultato di altrettanti ricorsi presentati da associazioni e genitori, permetteranno, probabilmente, di fare «tornare la scuola campana in Italia e in Europa» hanno commentato nel forum del coordinamento «scuole aperte».
Dall’inizio della pandemia nel marzo scorso in Campania tutte le scuole di ogni ordine e grado gli studenti hanno fatto lezione in presenza solo per un paio di settimane. La regione dovrà adottare tutte le misure necessarie per il rientro in classe come stabilito da un Dpcm, e comunque nella modalità da «didattica integrata» entro il 75%. Oltre al tracciamento e ai tamponi, ci sono i trasporti che dovranno essere riorganizzati durante la prossima settimana «sulla base delle risultanze dei tavoli tecnici competenti» coordinati dai prefetti. «In ragione – osservano i giudici amministrativi – dello stato avanzato dell’anno scolastico in corso, ormai alle soglie del secondo quadrimestre, e dunque consumato per la metà circa». «La pandemia – sostiene il sindacato Usb – non ha fatto altro che acuire il disastro trasporti in Campania e l’incapacità della politica di far fronte al bisogno di mobilità sui singoli territori. Il taglio delle risorse pubbliche attuato dai governi nazionali e regionali al TPL è un fatto rilevante. C’è la necessità di assicurare una frequenza adeguata di treni e bus, in un arco di esercizio sufficiente ad evitare pericolosi assembramenti». Per il presidente della regione De Luca la riapertura delle superiori «era esattamente quello che volevamo ottenere. Avevamo l’obiettivo di scavallare il mese di gennaio per verificare se l’epidemia, a 2-3 settimane dal periodo festivo di Natale e di Capodanno. Non c’era malvagità e si ha l’impressione che fanno i ricorsi al Tar come se l’epidemia non esistesse».
In realtà i Tar stanno ricucendo ciò che lo scontro tra governo e regioni sta distruggendo nell’istruzione. Nelle Marche il presidente Acquaroli ha firmato un’altra ordinanza che fissa la ripresa delle lezioni in presenza al 50% da lunedì. Il Tar ha respinto un’istanza del comitato «Priorità alla scuola» solo perché è arrivata l’ordinanza. I magistrati hanno stabilito l’inammissibilità della «chiusura generalizzata senza alcuna specificazione di zone interessate da incremento di contagi; le problematiche relative al trasporto non possono giustificare la compressione grave dei diritti costituzionali degli studenti».
In Puglia il presidente Emiliano continua con l’opzione della «Didattica a scelta». Dal primo febbraio sarà estesa alle famiglie degli studenti delle superiori che potranno scegliere la didattica mista a richiesta e al 50%. Una misura «seriamente lesiva del lavoro e della dignità di tutto il personale scolastico» sostiene Flc Cgil Puglia che annuncia mobilitazioni contro la deriva inflitta al diritto allo studio e la creazione dell’autonomia differenziata a cui sta portando questa gestione della pandemia. «La didattica on demand è un fatto gravissimo, non più tollerabile – protestano Uil e Cisl Scuola Puglia – Non esiste una modalità di “didattica mista”, esiste una forma di didattica in “presenza” e un’altra “digitale integrata” come indicato dalle linee guida del 7 agosto»
In Lombardia le superiori sono appese al ricorso della regione contro la zona rossa, mentre il Tar ha disposto il rientro quando era ancora in zona arancione. A Milano prosegue la staffetta delle occupazioni studentesche. Ieri è stato occupato il liceo Virgilio, il decimo. «La richiesta che facciamo ai politici – spiegano gli studenti – è farci ritornare in classe facendo i tamponi e riaprire in sicurezza. Critichiamo il governo, la regione e il comune che poteva fare di più per farci tornare in classe.
Lunedì tornano in classe al 50% 360 mila studenti delle superiori in Liguria, Marche, Umbria e le medie in Campania. E torneranno le proteste di «Priorità alla scuola» con i Cobas, Flc Cgil, Uil Cnps, Rifondazione Comunista e Potere al popolo. Annunciati presidi davanti agli Uffici scolastici di Bologna, Pisa, Trieste, Genova, Reggio Emilia, Firenze, Massa, La Spezia, Napoli, Salerno, Catania, Siracusa e in altre città. A Roma la protesta sarà davanti al Ministero dell’Istruzione (alle 16). Le rivendicazioni: riduzione del numero di alunni per classe; immediata assunzione dei precari; investimenti seri e veloci sull’edilizia scolastica; rientro almeno al 50% nelle scuole superiori delle Regioni e del 100% negli altri ordini di scuola in Campania; tracciamento capillare nelle scuole.
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