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Il Tar boccia il Muos

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Palermo Per i giudici l’impianto è pericoloso per la salute dei cittadini. Esultano i comitati. Il governatore Crocetta: «Per noi non è una sconfitta»

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 14 febbraio 2015
Red. Int.PALERMO

«Dobbiamo ancora leggere la sentenza, ma nessuno può dubitare che si tratta di una vittoria. Una vittoria degli attivisti e di tutto il movimento No Muos». I comitati che in Sicilia si battono contro l’impianto di comunicazioni satellitari della marina militare americana esultano. Dopo mesi di attesa e di rinvii, il Tar di Palermo ha accolto il ricorso presentato dal comune di Niscemi contro l’impianto che sorge in contrada Ulmo. E i giudici amministrativi hanno dato ragione su tutta la linea a quanti si oppongono al Muos. La sentenza, le cui motivazioni si conosceranno nelle prossime settimane, non si limita infatti a sottolineare come l’autorizzazione paesaggistica concessa nel 2008 «sarebbe irrimediabilmente scaduta», così come il nulla osta dell’Aziensda foreste demaniali, ma evidenzia anche l’assenza di «indagini preliminari circa le interferenze del Muos rispetto alla navigazione aerea relativa all’aeroporto di Comiso e di studi in materia di tutela della salute dalle esposizioni elettromagnetiche e di tutela ambientale». Per i giuidici il sistema sarebbe dunque pericoloso per la salute dei cittadini. «La grandezza di questa vittoria è pari all’entità della disfatta americana. E accanto a quella degli amercani la sconfitta di tutto l’apparato politico-militare (e affaristico) internazionale», scrivono in una nota i comitati No Muos. Soddisfatto per la sentenza anche Angelo Bonelli, coportavoce nazionale dei Verdi: «L’annullamento delle autorizzazioni concesse dalla Regione al Muos ribadisce con forza le ragioni delle proteste dei cittadini, ingannati dal presidente della Regione Crocetta che in campagna elettorale aveva promesso lo stop alle mega antenne e che, una volta eletto, le aveva autorizzate», è il commento di Bonelli che ora, con il M5S siciliano, chiede le dimissioni del governatore. Da Bruxelles in serata è lo steso Crocetta a commentare la decisone del Tar: «Per noi non è una sconfitta, non ci siamo opposti al ricorso del comune, siamo stati molto legittimisti fin dall’inizio. Ci atterremo alle decisioni della magistratura e cercheremo di capire quando tornerò in Sicilia le motivazioni della sentenza», ha detto il governatore.
Il Muos (Mobile user objective system) è un nuovo sistema di comunicazione costituito da cinque satelliti e quattro stazioni terrestri. Tre di queste si trovano all’estero, e precisamente a Chesapeake in Virginia, Wahiawa, alle Hawaii e Geraldton, nell’ovest dell’Australia. L’ultima è prevista invece a Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Intorno all’impianto e ai rischi per la salute che ne derivano da tempo si combatte a colpi di perizie. Uno studio condotto dall’Istituto superiore della sanità condotto nei pressi dell’impianto non si registrassero dispersioni di campi elettromagnetici, quindi non ci sarebbe esposizione per la popolazione. Una tesi condivisa anche dall’Ispra, ma duramente contestata dal professor Massimo Zucchetti, professore di protezione dalle radiazioni del Politecnico di Torino, che sulla base delle rilevazioni effettuate da un poll di dieci esperti indipendenti, ha redatto un rapporto con cui sottolinea come «i valori dei campi elettromagnetici stimati per effetto del Muos superano i limiti di sicurezza in relazione ad effetti acuti già a una distanza di 17 chilometri». Quindi, conclude lo studio, alti rischi per i cittadini ma anche rischio di interferenze con apparecchiature eletromedicali e disturbi per la navigazione aerea.
Accettando il ricorso del comune di Niscemi, la prima sezione del Tar di Palermo presieduta da Caterina Criscenti, estensore Maria Cappellano, primo referendario Luca Lamberti, ha fatto sue le preoccupazioni per la salute d quanti vivono vicino all’impianto. Per i giudici, infatti, lo «studio dell’Iss costituisce un documento non condiviso da tutti i professionisti che hanno composto il gruppo di lavoro e – fatto ancora più significativo – risulta non condiviso proprio dai componenti designati dalla regione sicialiana, Mario Palermo e Massimo Zucchetti». Proprio questi ultimi due, in una relazione autonoma allegata allo studio Iss, evidenziavano infatti come «rimangono aperte le valutazioni predittive in campo vicino, per le quiali la stessa relazione principlae dell’Iss dà atto trattarsi di un campo molto esteso vista la dimensione delle antenne e di non avere a riguardo informazioni specifiche. Inoltre – è la conclusione dei giudici – non sarebbe stata ben indagata nello studio Iss neppure la reale dimensione del rischi alla salute».

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