La sorella di Mozart (Marcos y Marcos, pp. 368, euro 18) è il primo romanzo di Rita Charbonnier, già tradotto in dieci lingue, scritto nel 2006 e adesso ripubblicato dalla casa editrice in vista di una trilogia dedicata a grandi donne della musica che sono state dimenticate. Impresse nella memoria sono, invece, le parole che Virginia Woolf in Una stanza tutta per sé accorda al destino infausto che avrebbe atteso un’ipotetica sorella di Shakespeare. Quella di Mozart, Maria Anna Walburga Ignatia, detta Nannerl, era nata cinque anni prima del grande compositore ed era un’eccezionale musicista nonché compositrice.

FINO ALLA SUA PUBERTÀ, il padre la faceva esibire in pubblico, poi ritenne che quel tipo di vita non si addicesse a una donna e il suo talento, definito dalle fonti dell’epoca eccezionale, fu messo al servizio della carriera di Wolfgang: fu lei, dando lezioni di musica, a finanziare i viaggi del fratello. Nel romanzo, Leopold Mozart, il padre dei due, viene descritto come una figura meschina, incapace di comprendere la sofferenza della figlia, che in un primo momento cerca di ribellarsi al divieto paterno di scrivere musica, sostenuta in questo soprattutto da Wolfgang. La rottura, però, anche con il fratello, avviene quando i due partono per l’Italia lasciandola a Salisburgo. Nannerl rimane con la madre che cerca di spronarla a liberarsi dalla rabbia che la tiene prigioniera e ad accettare il destino che le è toccato in sorte: «Nannerl, una volta per tutte: devi smettere di ribellarti all’autorità».

Nonostante rispetti la volontà del marito, sua madre rappresenta per la protagonista l’unico affetto sincero: fino a che sono stati ragazzini, infatti, sorella e fratello avevano un rapporto elettivo che si fondava sulla condivisione di un amore e di una gioia incondizionati nello scrivere e suonare musica, ma quando il loro padre ha deciso che il desiderio di Nannerl doveva essere sacrificato, Charbonnier ci racconta che fra i due lentamente si è creato un distacco che è durato fino alla morte prematura del compositore. Wolfgang nel romanzo è inoltre colpevole di aver ostacolato la vita amorosa della sorella.

NELLA STORIA è significativa anche la figura di Victoria, la figlia di Armand, autore della lettera che apre il romanzo, con cui Nannerl ha una relazione prima epistolare e poi di fidanzamento. Victoria è una sua alunna, che però non viene ostacolata dal padre nella carriera musicale, anzi, e che lei cercherà di sostenere fino a che anche la giovane non la tradirà, suo malgrado.
Il romanzo, come viene illustrato nella nota dell’autrice, segue con una certa fedeltà la verità storica della vicenda: sia dal punto di vista cronologico, sia per la presenza nel testo di alcuni personaggi realmente esistiti e che fecero parte della vita dei Mozart. Con serietà l’autrice tratta la materia storica, ricreando con vividezza e semplicità un intrigo di relazioni famigliari, parabola di un’ingiustizia perpetrata nei confronti di una figlia.
La sorella di Mozart è l’ennesima storia del talento di una donna che è stato messo al servizio del successo di un uomo e che non ha quindi potuto fiorire, ma che ora trova, quantomeno, voce.