Internazionale

Il Sudafrica canta per Madiba

Il Sudafrica canta per MadibaPer le strade di Johannesburg in ricordo di Madiba - Reuters

La macchina degli eventi commemorativi è in moto. Previste per martedì prossimo a Johannesburg folle oceaniche. Ora è il momento del ricordo e del pellegrinaggio

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 8 dicembre 2013
Rita PlanteraCAPE TOWN

Quando a Nelson Mandela fu chiesto come avrebbe voluto un giorno essere ricordato, – ricorda oggi la Presidenza sudafricana – questi rispose: «Sarebbe molto egoistico da parte mia dire come vorrei essere ricordato. Lascerei questa cosa interamente ai sudafricani. Vorrei solo una semplice lapide con su scritto ‘Mandela’».

È il giorno della riflessione oggi per i sudafricani, per volere dell’attuale presidente Jacob Zuma, che ha dichiarato l’8 dicembre, giornata nazionale di riflessione e preghiera.

Oggi cominciano ufficialmente gli eventi commemorativi in tutto il Sudafrica in onore dell’amatissimo Nelson Mandela morto il 5 dicembre scorso dopo un’agonia durata mesi nella sua casa di Johannesburg.

In un comunicato ufficiale diffuso ieri dalla presidenza, Jacob Zuma ha invitato tutti i cittadini a celebrare la vita e l’eredità di Madiba e attraverso di lui quella di tutti i sudafricani che si sono sacrificati per liberare neri e bianchi dell’intera nazione arcobaleno dal colonialismo dell’apartheid. Esortando tutti a farlo con spirito di gioia nelle chiese, nelle sinagoghe, nelle moschee e negli stadi.

«Dovremmo, in questo momento di lutto, anche cantare a squarciagola, danzare e fare quello che vogliamo fare per celebrare la vita di questo straordinario rivoluzionario che ha mantenuto lo spirito di libertà vivo e ci ha guidato verso una nuova società. Come sudafricani cantiamo quando siamo felici e cantiamo anche quando siamo tristi per sentirci meglio. Celebriamo Madiba in questo modo che sappiamo essere il migliore. Cantiamo per Madiba». Lo stesso Zuma per onorare questa giornata di riflessione e di preghiera parteciperà alla messa presso la Bryanston Methodist Church di Johannesburg.

Si è messa così in moto la macchina degli eventi commemorativi per dare l’addio al fondatore della democrazia in Sudafrica in preparazione di un funerale di portata eccezionale che vedrà il raduno senza precedenti di capi di stato e diplomatici da ogni parte del mondo. Tra questi hanno già ufficialmente comunicato la loro presenza Barack Obama e gli ex presidenti statunitensi George W. Bush e Bill Clinton. Anche il premier italiano Enrico Letta ha confermato che parteciperà martedì 10 alla commemorazione di Johannesburg.

In attesa dei funerali che si terranno il 15 dicembre in forma privata nel paesino di Qunu, nell’Eastern Cape, verrà allestita la camera ardente all’Union Bulding di Pretoria da mercoledì 11 a venerdì 13 dicembre. Le spoglie di Nelson Mandela per due volte al giorno in 48 ore attraverseranno le strade di Pretoria in corteo funebre dal Military Hospital della periferia, dove ritorneranno per la notte, verso l’Union Bulding nella capitale. Un modo questo, secondo le autorità, per permettere a milioni di sudafricani di dare l’addio al vecchio leader.

Le spoglie di Madiba resteranno a Pretoria anche il giorno della commemorazione pubblica presso lo stadio Fnb di Johannesburg dove si stima arriverà gente in numero superiore alla capienza sopportata che è di circa 90.000 posti. In vista della folla oceanica, sono stati congelati i permessi e le ferie di soldati e riservisti per assicurare una gestione logistica adeguata alla portata dell’evento.

Prima che il corpo del padre fondatore di questa giovane democrazia africana – l’unica realmente funzionante nell’intero continente seppure tra scricchiolii e anomalie di amministrazione – venga trasportato a Qunu per la sepoltura, sabato 14 dicembre si terrà una cerimonia al Waterkloof Air Force Base, vicino alla capitale Pretoria, per gli esponenti dell’African National Congress (Anc).

Mentre il governo ha annunciato per lunedì una seduta speciale delle due camere del Parlamento in onore del primo presidente nero e democraticamente eletto del Sudafrica.

Per tutto il Paese intanto dall’Eastern al Western e al Northern Cape, fino al Limpopo passando per le provincie del Gauteng, del North West, del Mpumalanga, del Free State e del KwaZulu Natal le celebrazioni dei cittadini e compagni di Mandela sono già iniziate giovedì sera, quando il tempo alla sua morte si è come fermato.

Nel signorile quartiere di Houghton di Johannesburg, in centinaia si sono riuniti nella giornata di ieri davanti alla casa di Mandela per portare fiori, candele e immagini e intonando inni e canti di liberazione per le strade limitrofe in omaggio a «Tata» Madiba.

A Cape Town è pacatamente continuato un sommesso e lento via vai sulla storica piazza della Grand Parade dove dal balcone della City Hall l’11 febbraio 1990 Mandela tenne il suo primo discorso da uomo libero. In quell’occasione storica e ancora viva soprattutto nelle menti di chi c’era, si stima che dai 150 mila ai 250 mila arrivarono da ogni parte del Sudafrica, in un mondo senza internet e braccato dalla censura in cui molto era affidato al passaparola e al sentirsi parte comune in una lotta per la vita prima ancora che per la libertà.

Ma ieri, due giorni dopo la morte di Nelson Mandela, un altro simbolo del Sudafrica del post-aprtheid se ne è andato. Il pugile Jacob Matlala, il gigante in miniatura della boxe, più comunemente noto come Baby Jake, è morto all’età di 51 anni, malato e in povertà.

Anche lui importante simbolo di riconciliazione, vantava un fan d’eccezione come Nelson Mandela notoriamente appassionato di boxe. A dare l’annuncio della morte di Matlala non solo i media locali ma anche la presidenza sudafricana che con un comunicato ufficiale ha esteso le condoglianze «alla leggenda del pugilato Jacob “Baby Jake” Matlala».

 

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento