Il sogno ritrovato delle Orme
Musica Torna la storica band veneziana anche se della line up originale resta solo il batterista Michi De Rossi. Fra recuperi dal passato e qualche inedito, spicca una versione di «Gioco di bimba» con la voce di Francesca Michielin
Musica Torna la storica band veneziana anche se della line up originale resta solo il batterista Michi De Rossi. Fra recuperi dal passato e qualche inedito, spicca una versione di «Gioco di bimba» con la voce di Francesca Michielin
A due anni di distanza da ClassicOrme, da oggi è disponibile il nuovo album de Le Orme, Sulle ali di un sogno, un viaggio musicale in 53 anni di melodie, rivisitate e arricchite, della storica band veneziana, un disco «che nasce con l’idea di raggruppare in quaranta minuti la mia musica preferita ovvero la classica, la lirica, il rock e il prog. Ho scelto brani del periodo “storico” del gruppo, quelli che mi divertono, e mi emoziono, ancora oggi a suonare» ha raccontato Michi Dei Rossi, storico batterista della formazione prog. La tracklist infatti vede canzoni come Verità nascoste, Notturno, Canzone d’amore e Gioco di bimba, cantata splendidamente da Francesca Michielin «La collaborazione è nata dopo aver scoperto che lei è una grande fan de Le Orme e che spesso, nei suoi live, canta le nostre canzoni. Francesca è vera emozione e il personaggio del brano, questa donna pura e incontaminata, sembra quasi modellato su di lei, sulla sua anima e la sua voce»
NELL’ALBUM, che vanta anche la collaborazione dell’ex King Crimson David Cross, al violino in ben sei brani, non c’è traccia però degli altri storici componenti del gruppo, dopo una sofferta separazione una decina d’anni fa «Avremmo voluto condividere questo momento con i membri storici della band, Tony Pagliuca e Aldo Tagliapietra, ma anche con Giampiero Reverberi che, in sostanza, era il quarto membro del gruppo. Purtroppo Reverberi non ce l’ha fatta mentre gli altri due hanno rifiutato». Spazio anche ai ricordi di un tempo, soprattutto a come nacque la leggenda del “ritmo zoppo” che ha per protagonista proprio Dei Rossi : «Siamo a Londra, a un concerto degli Emerson, Lake & Palmer. A fine serata scopriamo che cenavano in un club storico per l’epoca, lo Speakeasy, e così siamo andati anche noi. Diciamo al cameriere di far arrivare al loro tavolo una bottiglia di champagne, loro si incuriosiscono e ci chiedono di raggiungerli. Diventiamo amici e poi, tempo dopo, Emerson lo ritroviamo a un nostro concerto, durante il tour de L’uomo di pezza, e alla fine viene a complimentarsi con noi dicendo “Disco bellissimo, fantastico ma la batteria ha un ritmo zoppo”. Così è nata questa piccola leggenda e ancora oggi mi chiedo che cosa intendesse».i
I RICORDI del passato non possono non spingere, a una riflessione sull’identità contemporanea della musica, specialmente quella prog: «Sento un’omologazione allarmante nella musica di oggi. Negli anni ’70 mi piaceva tutto, oggi sento che le melodie e gli strumenti sono tutti standardizzati e per questo abbiamo voluto che il disco suonasse come quelli di una volta. Il prog oggi è questo. Suonare Scarlatti con la chitarra è prog, inserire generi musicali in apparenza lontanissimi è prog. Non conosco altre definizioni per come io mi pongo nei confronti della musica. Per me essere te stesso e suonare senza confini è fare musica libera e questa è la migliore definizione possibile».
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