Il sistema delle tangenti sacre a L’Aquila
L'Aquila Nell’inchiesta, la lettera di Mons. D’Ercole ai Letta per cambiare le leggi sugli appalti. Anche la Curia fece pressione sul governo per rendere le Diocesi soggetti attuatori e bypassare così gli appalti pubblici
L'Aquila Nell’inchiesta, la lettera di Mons. D’Ercole ai Letta per cambiare le leggi sugli appalti. Anche la Curia fece pressione sul governo per rendere le Diocesi soggetti attuatori e bypassare così gli appalti pubblici
Al servizio delle tangenti. «Signor Presidente, voglia di nuovo cogliere il nostro più cordiale saluto, accompagnato da fervidi voti augurali per l’alta missione che compie… al servizio dell’Italia… Le assicuriamo come pastori della Diocesi di Abruzzo e Molise, il nostro… sostegno e la nostra fattiva collaborazione… Ci permettiamo di sottoporre alla sua cortese valutazione un’istanza che ci sta a cuore in modo particolare. Il terremoto del 6 aprile ha reso inagibili quasi tutte le chiese dell’Aquila e degli altri comuni dell’Arcidiocesi, altre sono lesionate… A oggi la più grande parte di questi edifici ecclesiali sono in attesa di essere restaurati. Mentre l’incuria… o il trascorrere degli anni li sta ancor più deteriorando…». Da qui la spinta per «reiterare la richiesta… di essere le nostre Diocesi soggetti attuatori della ricostruzione, in stretta sinergia con i Comuni e la direzione regionale del Mibac…». Attacca così una delle lettere con cui i vescovi di Abruzzo e Molise cercano di convincere l’allora premier, Enrico Letta, a cambiare le regole degli appalti a L’Aquila.
L’obiettivo era ottenere l’affidamento diretto della gestione dei lavori per il recupero dei «beni ecclesiastici» che sembra valere circa 700 milioni. E’ uno degli stralci chiave dell’ordinanza firmata dal gip dell’Aquila Giuseppe Romano Gargarella che, in una sessantina di pagine, illustra il sistema delle tangenti “sacre” nel capoluogo d’Abruzzo. Anche se i vescovi e nessun esponente della Curia risulta indagato.
Mazzette che, nell’ultima inchiesta della Procura, sono le protagoniste degli interventi per il recupero dei beni storico-artistici e in particolare delle chiese. C’era una cricca, con diramazioni in mezzo Stivale, adesso smantellata, con 17 denunce e 5 arresti, attivissima a pilotare lavori e gare d’appalto. C’erano ditte che pagavano, c’erano faccendieri clericali, architetti, ingegneri, avvocati, funzionari del Mibact (ministero dei Beni culturali e del Turismo). Impegnati ad oliare un sistema che fruttava incarichi e bustarelle e con protagonisti Luciano Marchetti, vice commissario alla Ricostruzione e che è stato anche braccio destro di Guido Bertolaso; e Alessandra Mancinelli, funzionario della Direzione regionale dei Beni culturali e paesaggistici per l’Abruzzo. Sono stati incastrati da filmati e soprattutto dalle intercettazioni ambientali.
Le chiese, povere chiese… Per la maggior parte ancora sbrindellate dopo il sisma, scoperchiate, custodi di metri di macerie che giacciono tra altari polverosi e abbandonati… Lo stallo, insomma. Che fare? Ci sono imprese pronte ad accaparrarsi le operazioni di recupero. Meglio se queste venissero affidate in maniera diretta. «Meglio per tutti». Ci sono parroci dinamici che già danno, a società di fiducia, incarichi per la sistemazione delle canoniche. Se si potesse fare lo stesso con gli edifici di culto… Ma questa procedura non è ammessa. Allora? Bisogna che la Curia diventi soggetto attuatore, togliendo questo ruolo alla Direzione beni culturali. «E la soluzione è nella modifica normativa», suggerisce Marchetti che punta all’incarico di supermanager per la ricostruzione in questo campo. Lui affronta il problema con monsignor Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliare dell’Aquila (da aprile vescovo di Ascoli Piceno). Marchetti: «Si potrebbe ottenere una cosa… Che venga modificata la delibera Cipe». D’Ercole: «Per noi è l’unica strada ma…».
Uno scontro di poteri senza esclusione di colpi. E per modificare il testo normativo vengono scomodati Antonello Antonellis, sindaco di San Donato Val di Comino (Fr) e Amedeo Piva, ex assessore comunale di Roma nella giunta Rutelli. Che attuano i… ritocchi. A seguire, negli atti della magistratura, c’è D’Ercole che, a nome di tutti i vescovi della Conferenza episcopale Abruzzo-Molise, incarica Mancinelli di consegnare «due buste con la proposta di modifica normativa» a Letta. Anzi, ai Letta. Perché le missive sono per nipote e zio, Enrico e Gianni. «Giova ricordare – si fa presente nella lettera – che che già nel maggio 2010 l’intera Conferenza dei vescovi dell’Abruzzo ebbe a incontrare a Palazzo Chigi l’allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio, dottor Gianni Letta, per chiedere che, come avvenne per il terremoto dell’Umbria e delle marche del 1997… di essere riconosciuti come titolari e attuatori della ricostruzione dei beni ecclesiastici…. Al riguardo ci sia permesso di allegare una proposta di possibile aggiunta dell’Articolo 2 della Legge del 4 febbraio 2013: un comma bis che potrebbe salvaguardare l’attribuzione di tutte le… (questa parte risulta indecifrabile, ndr)… alle Diocesi che, ripetiamo, sono titolari di quasi il 75% dell’intero patrimonio dei beni artistici, culturali e religiosi».
In ballo, subito, ci sono le chiese di Santa Maria a Paganica, San Marco, la cattedrale dei Santi Massimo e Giorgio… L’intrallazzo non riesce. Una lettera finisce dimenticata in un cassetto, l’altra non verrà mai consegnata. Mentre con le mazzette si procede, spediti… Mentre Marchetti si autonomina direttore dei lavori delle Anime Sante. Mentre due imprenditori falsificano la firma di un parroco morto facendo risultare che aveva affidato loro l’esecuzione della riparazione di Santa Maria a Paganica. Eccetera, eccetera, eccetera…
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