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Il sindaco-sceriffo ora imbarazza Fratelli d’Italia

Il sindaco-sceriffo ora imbarazza Fratelli d’ItaliaJoe Formaggio

Sovranisti Le dichiarazioni razziste di Joe Formaggio svelano l’ipocrisia della destra di governo

Pubblicato circa un anno faEdizione del 1 settembre 2023

La maggioranza dei veneti deve avere la pelle bianca: sono parole del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Joe Formaggio su Rete Veneta. «Sono andato in viale Milano a Vicenza – ha spiegato Formaggio – Ero l’unico bianco. Non possiamo fare diventare l’Italia la seconda Africa». Le dichiarazioni, portate alla luce dal consigliere regionale Pd Andrea Zanoni, hanno creato indignazione. Nelle stesse ore, tuttavia, il capogruppo Pd di Corbetta, in Lombardia, Antonio Cipriano diceva che il suo comune è isolato «e non perché gli altri sono brutti neri e bassi».

Formaggio afferma che «la gente la pensa così», giustificazione usata anche dal generale Roberto Vannacci per rintuzzare le critiche al suo libro. Formaggio non è estraneo alle polemiche. Al contrario: sono proprio le polemiche ad averlo fatto emergere come personaggio politico-mediatico, strappandolo dall’anonimato del profondo Veneto. La notorietà è arrivata nel 2015. Da sindaco di Albettone, paese in provincia di Vicenza, aveva sfruttato l’onda del «caso Stacchio». Nel paesino limitrofo di Nanto, il benzinaio Graziano Stacchio aveva ucciso un ladro durante una rapina; la sua posizione è stata poi archiviata dalla magistratura. La pompa di benzina di Stacchio era diventata un monumento alla legittima difesa: sia Matteo Salvini che Giorgia Meloni si erano recati in pellegrinaggio a Nanto. Formaggio era il cerimoniere di quel rito populista, imponendosi all’attenzione dei media con sparate sempre più eclatanti.

Oltre a vantarsi di dormire con un fucile e di avere un busto di Mussolini, Formaggio aveva fatto installare cartelli anti-rom e da ospite de La Zanzara aveva pronunciato frasi razziste – «I nomadi delinquono ce l’hanno nel Dna» e «Ad Albettone gli immigrati rischiano la pelle» – che nel 2018 gli sono costate dodicimila euro di risarcimento. Nel campionario di Formaggio c’è anche l’omofobia («I gay sono contro il mantenimento della società»), la nostalgia del fascismo («È una puttanata che abbiano vietato il Partito nazionale fascista») e l’esaltazione di Vladimir Putin, un «bel figo» che vedrebbe bene come «podestà d’Italia».

Formaggio incarna l’evoluzione moderna del sindaco-sceriffo leghista degli anni Novanta. Ed è una figura molto visibile, che porta voti: Fdi l’ha candidato per le regionali del 2020; né che l’abbia reintegrato dopo le accuse di molestie fatte dalla consigliera leghista Milena Cecchetto nel marzo del 2023. Per questo risulta quanto meno bizzarra la presa di distanza del deputato Giovanni Donzelli. «In Fdi non c’è spazio per il razzismo» ha spiegato il responsabile dell’organizzazione, annunciando anche l’apertura di un procedimento disciplinare. A ben vedere, però, la sostanza delle frasi di Formaggio non è così diversa da quelle di Francesco Lollobrigida sull’«etnia italiana» da difendere; oppure da quelle di Giorgia Meloni sul «rischio di sostituzione etnica». Insomma: anche se sono espresse in maniera grezza e brutale, le idee di Formaggio circolano ampiamente nella destra italiana.

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