Non c’è traccia della o sulla Rai nella discussione sulla «rete unica» delle telecomunicazioni, dove pure lo spazio vi sarebbe. Il servizio pubblico, infatti, ha una consolidata presenza nel sistema tecnologico, disponendo di capillari reti di diffusione. Immaginate per veicolare il segnale radiotelevisivo, ma certamente adatte a consolidare per altre vie la larghezza di banda necessaria per la capillare copertura dell’Italia. Se in stagioni passate era netta la differenza tra il cavo (allora in rame) e le onde hertziane, è difficile mantenere simili manicheismi nell’era digitale. Vari supporti (fibre ottiche, frequenze radio, Wifi e 5G) possono concorrere alla realizzazione dello...